Santorso Covid-hospital, i sindaci a Zaia: “Vogliamo garanzie scritte sul post-emergenza”

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La manifestazione per la sanità pubblica nell'Alto vicentino del 16 novembre 2019

Sindaci dell’Alto Vicentino leali e disponibili nell’emergenza, ma fermi nel chiedere alla Regione un impegno preciso (e scritto) sul futuro dell’ospedale di Santorso quando sarà finita l’emergenza dell’epidemia da Coronavirus. Il nosocomio dell’Alto Vicentino è stato infatti indicato nei giorni scorsi dalla Regione come “covid hospital” per tutta la provincia nel caso malaugurato che l’epidemia porti a un picco molto alto di contagi. In sostanza, ci si sta attrezzando perché, nel caso si verificasse lo scenario peggiore, qui possano essere ricoverati fino a 300 pazienti, su circa 400 posti letto complessivi. Il che significa predisporsi a chiudere tutti i reparti a parte l’area materno-infantile e psichiatria, inviando altrove malati e chi avesse bisogno di ricovero, in particolare a Bassano.

La richiesta di garanzie sul futuro dell’ospedale del Distretto 2 al presidente della Regione Luca Zaia all’assessore alla sanità Manuela Lanzarin è messa nero su bianco in un Lettera che il presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto 2 dell’Ulss 7 Pedemontana, Franco Balzi (isolato a domicilio perché trovato positivo al Covid-19) ha spedito oggi non solo in Regione ma anche al commissario dell’Ulss 7 Bortolo Simoni, al presidente della Conferenza dei Sindaci Elena Pavan e a tutti i primi cittadini dell’Alto Vicentino, del Bassanese e dell’Altopiano di Asiago.

La comunità dell’Alto Vicentino, scrive Balzi “guarda oggi con preoccupazione comprensibile agli effetti di questa decisione. A partire dalla potenziale conseguente sospensione dell’attività ordinaria, trasferita altrove, laddove gran parte della struttura venisse destinata ad affrontare questa emergenza; ma anche alle prospettive future, che in questo modo diventano ancora più incerte, quando finalmente questa emergenza finirà”.

Il rappresentante dei sindaci del Distretto 2 non entra nel merito della scelta e ribadisce che è “il tempo della responsabilità e della generosità, per il bene comune, che non guarda ai confini” e che l’Alto Vicentino accetta con “disponibilità e generosità anche questa eventuale nuova situazione”, ma al tempo stesso ritiene legittimo “poter conoscere gli elementi che l’hanno determinata, per arrivare a comprendere le motivazioni della scelta di Santorso rispetto ad altri nosocomi, che a giudizio di terzi potevano essere altrettanto adeguati”.

Sulle motivazioni della scelta di Santorso come “covid hospital”, Balzi chiede insomma “massima trasparenza e chiarezza, premessa indispensabile per una reale e convinta condivisione”. A preoccupare però è il futuro della struttura: “Già in altre occasioni scrive il sindaco di Santorso – abbiamo avuto la necessità di esprimere tutta la nostra preoccupazione per il futuro del locale Ospedale e del nostro territorio. (.) La scelta di destinare l’Ospedale di Santorso a struttura ospedaliera unica della provincia di Vicenza per il Covid19, ci impone di chiedere direttamente al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, una precisa garanzia formale e sottoscritta che preveda, al termine dell’attuale delicata situazione sanitaria, il ripristino di tutte le attività fino ad oggi espletate nello stesso nosocomio, sostenendo contestualmente ed economicamente tutte le operazioni necessarie ad un corretto e ordinario riavvio polifunzionale”.

“E’ un impegno politico importante – aggiunge deciso Balzi – che si fonda su un atto d’onore tra persone e istituzioni serie e responsabili, e che chiediamo con determinazione e con assoluta urgenza, prima che la scelta strategica annunciata diventi operativa. Ed è condizione indispensabile per poter dare il nostro consenso politico all’orientamento manifestatoci dalla Regione: un mancato riscontro alla presente richiesta non potrebbe che essere altrimenti considerato dalle comunità dell’Alto Vicentino quale anticipata dichiarazione di ridimensionamento o chiusura futura delle attività ospedaliere dell’Ospedale di Santorso verso il quale noi, rappresentanti di dette Comunità, intendiamo opporci fermamente e con ogni mezzo”.