Al Foro Boario il primo gioco certificato, fatto con il legno di castagno delle Piccole Dolomiti

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Con il taglio del nastro ufficiale di questa mattina, è stato inaugurato il nuovo gioco installato nel parco giochi di Foro Boario a Valdagno. Caratteristica principale della struttura per bambini è la composizione in legno di castagno delle Piccole Dolomiti. Si tratta della prima azione che si concretizza in un luogo pubblico per il progetto di valorizzazione del legno di castagno locale.

Il progetto è condotto dall’Associazione Forestale Vicentina con i tecnici forestali Enrico Pozza, Marco Grendele e Carlo Klaudatos ed è supportato dalla Regione Veneto, Veneto Agricoltura, dai Comuni di Valdagno, Recoaro Terme, Brogliano, Schio, Torrebelvicino e Valli del Pasubio, oltre che dal Consorzio Legno Veneto. La sinergia tra pubblico e privato è bene rappresentata dall’adesione di diverse aziende del territorio, impegnate nel commercio e nella lavorazione del legno come la Pozza 1865 di San Quirico di Valdagno, azienda produttrice del gioco installato a Valdagno, ma anche Montagna Fratelli, Profilegno, Falegnameria Cocco Gabriele e Zordan.

“È un vero piacere essere parte attiva di questo progetto – ha commentato il sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi – che valorizza e dona una nuova dignità alle risorse del nostro territorio. Accanto alla ritrovata attenzione verso i nostri boschi che il progetto vuole stimolare, si è creata una filiera virtuosa, certificata e di alta qualità che mette insieme pubblico e privato. In questo modo, le aziende investono sul territorio, che ne guadagna non solo sotto il profilo economico, ma anche dal punto della prevenzione di dissesti idrogeologici e di rischi fitosanitari”.

“Filiera corta è un’idea che ha cambiato le sorti dell’agroalimentare italiano – spiega Giustino Mezzalira,
direttore della Sezione ricerca e gestioni agro-forestali di Veneto Agricoltura – ora si tratta di applicarla anche ad altri comparti del settore primario, tra cui quello della filiera foresta-legno. Siamo un Paese sempre più ricco di boschi, in cui operano decine di migliaia di imprese che trasformano il legno, ma non siamo finora riusciti a trasformare la risorsa legno che cresce sempre più abbondante nei nostri boschi in un’opportunità per l’economia locale e l’ambiente”.

Il progetto che riguarda la valorizzazione del castagno delle Piccole Dolomiti va in questa direzione ed sta dando i suoi primi frutti: un numero crescente di imprese venete sta pensando che al nome del legno (castagno, larice, abete, etc.) si può associare quello del luogo (castagno delle Piccole Dolomiti; faggio del Cansiglio; abete di Asiago), utilizzando la denominazione territoriale come un potente strumento di marketing.

Veneto Agricoltura è stata antesignana anche in questo ambito, avendo lanciato oltre sei anni fa l’iniziativa di valorizzazione del faggio del Cansiglio assieme ad un illuminato imprenditore locale che ora è presente nell’area alta del mercato dei pavimenti in legno con un brand che ricorda che il legno delle assi deriva dalla storica foresta veneziana. Sull’onda di quella prima esperienza di successo si è costituito il Consorzio per la valorizzazione del legno veneto di cui fanno parte le aziende che stanno valorizzando, con i loro progetti, il legname locale di castagno dell’area delle Piccole Dolomiti vicentine.»

Il progetto intende valorizzare la castanicoltura, già diffusa nel passato nei boschi delle Piccole Dolomiti, attraverso la produzione di legname e prodotti forestali in chiave moderna.

L’obiettivo principale è quello di recuperare i castagneti già presenti, anche misti ad altre specie forestali, un’azione finalizzata anche a evitare l’abbandono di queste formazioni per prevenire eventuali eventi di dissesto idrogeologico e sviluppare un’idonea lotta fitosanitaria sul castagno.

Per creare delle strategie efficaci si è quindi cercato di riunire e coordinare i diversi stakeholders, dai proprietari, ai Comuni, alla Regione, ma anche i centri di ricerca e formazione, gli imprenditori, i commercianti e i professionisti del settore in un unico organismo che si occupi dello sviluppo e dell’attuazione degli obiettivi del progetto.

Significative le azioni intraprese finora: dalla certificazione forestale secondo lo schema Pefc di trenta ettari di boschi privati all’organizzazione di tagli dimostrativi per l’ottenimento di legname di pregio, dalla realizzazione di uno schema per la vendita del tondame di castagno al protocollo d’intesa tra sei comuni dell’Alto Vicentino finalizzato ad ottenere finanziamenti regionali ed attuare azioni di marketing, fino alla realizzazione di un logo e di un sito web per il prodotto Castagno delle Piccole Dolomiti.

I prossimi passi? Serate divulgative, la partecipazione a bandi di finanziamento pubblico, la ricerca e messa in atto di metodologie innovative per la gestione delle superfici forestali delle Piccole Dolomiti, la ricerca e commercializzazione di prodotti forestali innovativi ottenibili dai boschi delle Piccole Dolomiti e la divulgazione dei risultati del progetto.