“Abbiamo amministrato come fa un buon padre di famiglia”. Casarotto tira le somme del mandato

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Il clima ha già iniziato da tempo a surriscaldarsi in vista della campagna elettorale e per Giovanni Casarotto, sindaco di Thiene dal 2012, è tempo di bilanci di fine mandato. Sono stati cinque anni di grandi trasformazioni per il territorio e la società e il primo cittadino thienese sembra esserne ben consapevole.

Sindaco, come è cambiata Thiene in questi cinque anni?

“Direi che da un punto di vista sociale ed urbanistico la città ha risentito del cambiamento epocale in atto. Parecchi capannoni produttivi sono chiusi e anche  il direzionale ne ha risentito. Il commercio tiene, ma i centri storici si stanno impoverendo. Come Comune abbiamo cercato di limitare lo sviluppo di centri commerciali, ma la legge regionale a sua volta limita i margini di azione dei comuni e non valorizza certo i negozi di vicinato”.

E per chi amministra cosa è cambiato in questi anni?

“Ci sono problemi economici sempre più grossi; basti dire che in questi cinque anni il Comune di Thiene ha avuto una riduzione nei trasferimenti da parte dello Stato di quasi tre milioni di euro su un bilancio di 17-18 milioni. Come amministratori abbiamo cercato di ridurre al massimo le spese non indispensabili e finora  siamo riusciti a mantenere la qualità dei servizi. Abbiamo lavorato sulla lotta all’evasione fiscale, anche attraverso un accordo con l’Agenzia delle Entrate che sta dando i suoi frutti. Facciamo un lavoro a tappeto per recuperare le imposte non pagate, ma ogni anno è sempre più difficile far pareggiare il bilancio. E’ un problema che hanno tutti gli enti locali e anche la Provincia. E poi in questi cinque anni ci siamo confrontati con alcuni temi abbastanza impegnativi”.

Quali?

“La viabilità sovracomunale  e le scuole superiori, temi di competenza dell’Amministrazione Provinciale. Per questo, subito dopo la mia elezione, nel luglio del 2012, sono andato dal presidente della Provincia, Schneck, per affrontare la soluzione di questi temi. Mi rispose: non ci sono più soldi, dovete fare da soli. Oggi posso dire con orgoglio che riusciremo a completare il liceo, grazie a un accordo con l’attuale Amministrazione Provinciale, che vale 4,5 milioni di euro di cui due li metteremo noi. Un’opera che finanzieremo o con mutuo o con la vendita delle quote di Pasubio Group. Nei prossimi cinque anni, se saremo rieletti, vogliamo impegnarci per realizzare anche la nuova palestra a favore degli istituti scolastici superiori. Infatti, in questi cinque anni siamo riusciti a ridurre il debito del Comune di oltre 10 milioni di euro, da 30 a meno di 20, e ora possiamo assumere nuovi mutui. Su questo fronte, devo dire che l’assessore al bilancio assieme agli uffici sta facendo un buon lavoro, ma la coperta è sempre più corta ed è sempre più difficile chiudere i bilanci”.

E sul versante viabilità?

“Il nodo principale è la Bretella Est, ma è una partita molto difficile da giocare e una sola cosa è certa: i soldi la Provincia non li ha!”.

Questi cinque anni son stati caratterizzati da un crisi economica e del lavoro che non riusciamo a metterci completamente alle spalle….

“E’ vero, non è una crisi passeggera e infatti gli aspetti sociali della gestione comunale son stati davvero notevoli in questi cinque anni di mandato: basti dire che gli aiuti economici alle famiglie in difficoltà sono raddoppiati, dai 70 mila euro del 2011 ai 140 mila dell’ultimo anno. Stanno anche aumentando le spese per le rette per le persone non autosufficienti: non sempre la famiglia riesce a far fronte alle spese, ma per aiutarle è necessario tagliare altrove. Diciamo che in generale ci siamo dati come criterio quello di tenere i piedi per terra e lavorare cercando di risolvere i problemi come farebbe un buon padre di famiglia. Incrociamo quotidianamente situazioni che umanamente fanno davvero pensare. C’è molta dignità, a volte veniamo a conoscenza di situazioni difficili solo per interposte persone. Di solito si tratta di questioni legate a sfratti o perdita del lavoro. A queste si somma ora la crisi della Popolare di Vicenza, che ha colpito durante anche tanti thienesi. Su questo, io credo, i sindaci dovranno mettersi insieme per prevedere qualche forma di intervento. È una vicenda che in futuro avrà sicuramente ripercussioni sul sociale”.

I vostri avversari politici però potrebbero accusarvi di non lasciare nessuna opera pubblica significativa…

“Non abbiamo voluto fare opere faraoniche: abbiamo già il rudere di Volare e la questione aperta di Nova Thiene, un altro problema grosso per il quale siamo riusciti a definire in modo dignitoso il primo stralcio. Sempre parlando di opere faraoniche ereditate, rimane aperta la questione del Parco Sud. Lì ora la mossa è quella di accordarsi con la società proprietaria per la ristrutturazione del debito. Anche l’area Ferrarin è rimasta bloccata, ma per due motivi ben precisi: per non fare scelte che pesassero sulle attività commerciali del centro storico e per timore di un’altra incompiuta. Per quel che riguarda lo scalo merci presso la stazione ferroviaria,  invece, l’ultima asta ha avuto esito positivo e ho già incontrato la nuova proprietà con la quale stiamo intavolando una trattativa e sono fiducioso che in tempi relativamente brevi riusciremo a trovare un accordo per sbloccare la situazione”.

Quale è stato il momento più difficile del suo mandato e quale il ricordo più bello?

“Mettendo da parte i momenti difficili sul piano familiare, riguardo il ruolo di sindaco quello più duro è stato senz’altro l’attacco da parte dell’ex direttore de Il Giornale di Vicenza sul tema de profughi. Un attacco violento, che è proseguito per alcuni giorni  e che mi ha particolarmente rattristato. Il momento più bello è stato, proprio allora, constatare la solidarietà degli altri sindaci che mi hanno sostenuto con forza. Ricordo poi con particolare piacere tutti gli incontri con la gente, il confrontarsi anche accettando le critiche. Molto belli e forti per me sono sempre stati in particolare gli incontri con gli studenti e i ragazzi dei centri estivi”.

Che punteggio darebbe ai suoi cittadini?

“Sicuramente buono, anche se c’è una sparuta minoranza che non rispetta le regole date per il buon vivere, ad esempio sui rifiuti, le cicche e le cartacce gettate per terra, le deiezioni dei cani non raccolte, la violazione dei limiti di velocità… Ma la maggior parte delle persone ha rispetto degli altri e dei beni della collettività e sa convivere con chi ha culture anche molto diverse e vive a Thiene.  Su questo ci tengo a fare anche un’altra sottolineatura”.

Dica.

“Abbiamo circa una quarantina di profughi richiedenti asilo presenti sul nostro territorio, ma non ci son mai stati problemi per la cittadinanza, grazie all’accoglienza diffusa che abbiamo attuato”.

Se avesse il potere di fare un regalo alla sua città, cosa regalerebbe?

“Uno spirito di maggior unione e un po’ più di senso del bene pubblico, di accoglienza solidale e di spirito civico. Si è mai soffermata a guardare il nostro stemma? Per me è bellissimo, perché ha rappresentate la colomba, l’ulivo e l’uva. In sostanza ci ricorda che solo attraverso la pace e la concordia si può garantire la prosperità”.

C’è una questione che si rammarica di non essere riuscito a risolvere in questi cinque anni?

“Certo, i problemi viabilistici sovracomunali e il recupero di alcune aree degradate. Quando però di mezzo ci sono privati o altri enti sovracomunali, occorre sempre essere in due a voler risolvere problemi e questo non è sempre possibile”.

E quale è invece la questione che è più fiero di aver risolto?

“Sicuramente la soluzione dignitosa che abbiamo trovato per Nova Thiene, l’accordo con la Provincia per il liceo e la realizzazione della nuova palestra, quello con l’Autostrada Brescia-Padova per il prolungamento  della Nuova  Gasparona verso il casello autostradale e, infine, il recupero urbanistico dell’area degli ex Comboniani per la riqualificazione di via Dante”.

Siete una maggioranza eterogenea, come sono stati i rapporti interni fra le forze politiche che la sostengono?

“Lo spirito che ci ha animati in questi cinque anni è stato quello di lasciare da parte la politica e considerarci solo amministratori al servizio della Città. Credo che abbiamo lavorato bene e lo dimostra il fatto che la maggioranza è stata compatta,  perché quando cerchi di affrontare e risolvere i problemi sai che non hanno colore politico, non sono né di destra, né di centro, né di sinistra, ma sono questioni da risolvere per il bene della città. Il mio partito è Thiene e la maggioranza che mi ha sostenuto lo ha capito e per questo ci ripresenteremo ancora assieme alle prossime elezioni”.