Bilancio Regione, per il Pd “il peggiore da quando c’è Zaia”

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“È il peggior bilancio dell’era Zaia. Tra i vari provvedimenti, Defr, Collegato, Legge di stabilità e Bilancio non c’è consequenzialità. Il vero dato che emerge è l’incapacità di programmare da parte di questa Giunta, mentre proprio la programmazione dovrebbe essere la funzione principale della Regione, ma in questi documenti è completamente assente. Per colmare questo grave deficit politico non basta certo un referendum per l’autonomia”.

Questo il commento sul bilancio regionale che il Partito Democratico affida ad una nota, in cui si sottolinea “che questa sessione di Bilancio sarà ricordata per il ‘minestrone’ del Collegato, dove è stata infilata qualsiasi cosa, con interi Pdl racchiusi in un solo articolo, senza tenere in considerazione territori e sindaci che sono stati consultati solo a cose fatte. Improvvisazione, contraddizione e confusione: quella che ne esce non è proprio una bella immagine del Veneto”.

Il gruppo consiliare del PD “evidenzia sei principali criticità: Ipab, scuole paritarie, parchi, cave, urbanistica ed università. Sulle Ipab, anziché affrontare finalmente una riforma attesa dal 2000, unica Regione inadempiente, la Giunta ha preferito imporre un articolo che non risolverà alcun problema: ci sarà solo un maggior controllo politico, un accentramento quasi punitivo verso queste strutture. Inoltre, dal 2009 non viene adeguata la quota sanitaria regionale per i ricoveri, mentre sono aumentate le impegnative, costringendo le famiglie a una spesa sempre maggiore. E anche il nostro emendamento, in cui chiedevamo di abbassare l’Irap, fissato oggi all’8,5 per mille, è stato respinto”.

“Quanto alle Scuole paritarie – continua il Partito democratico – Zaia non ha mantenuto le promesse. Il finanziamento, già ridotto rispetto allo scorso anno di 11 milioni, non è stato reintegrato come promesso: si è preferito destinare risorse all’inutile referendum sull’autonomia. Inoltre, il Parco dei Colli Euganei rischia di sparire con la scusa del contenimento dei cinghiali, nonostante la parziale retromarcia operata dalla Giunta regionale, che ha stoppato l’emendamento Barison- Berlato. Aspettiamo di vedere quale sarà la nuova zonizzazione per sapere cosa resterà dell’’area naturale’ e quanto diventerà invece ‘area contigua’ al parco, dove sarà consentita la caccia, cancellando così di fatto il Piano ambientale. E preoccupazioni simili le nutriamo per il Parco della Lessinia. Un argomento delicato come questo non doveva essere trattato all’interno del Collegato”.

Il gruppo consiliare Democratico “esprime tutta la propria contrarietà anche sul tema delle Cave, dato che c’è un Piano regionale atteso dal 1982 che dovrà essere approvato entro aprile 2017: la forzatura della Maggioranza, che ha inserito un articolo sulle cave nel Collegato è sbagliata. Nonostante le modifiche introdotte al testo originario, sono stati cancellati i vincoli per le cave in deroga nel Veronese e nel Vicentino: niente parere vincolante della Provincia sull’autorizzazione agli ampliamenti, niente tetto massimo di suolo agricolo scavabile da ciascun Comune, fissato al 3%, e via libera invece alla possibilità di derogare alla fascia di rispetto dei 200 metri dai centri abitati, residenziali, industriali e commerciali”.

Negativo il giudizio dei Democratici anche in materia urbanistica, in quanto “siamo contrari alla variante ad hoc realizzata per l’Ospedale di Padova: una norma che rappresenta un colpo di spugna sul PATI sottoscritto da 18 Comuni e che rende vana ogni programmazione urbanistica futura”.

E giudizio tutt’altro che lusinghiero sull’Università degli Studi di Padova, dato che “la Maggioranza non ha accolto l’emendamento con cui si chiedevano fondi per sostenere le celebrazioni per gli ottocento anni di uno dei quattro più antichi atenei d’Europa. Non è stato stanziato neppure un euro, mentre si danno soldi a sagre paesane o si fanno ‘marchette’ dal sapore elettorale. Il tavolo tecnico promesso dall’Assessore Donazzan per ottenere un finanziamento ad hoc nel 2018 è solo una magra promessa”.

Il gruppo consiliare del Partito Democratico “boccia quindi senza riserve il bilancio regionale, un giudizio negativo che sembrava essere condiviso anche dalle altre forze di minoranza: peccato che alla fine siamo stati gli unici a provare a contrastarlo in Consiglio, con critiche e controproposte. È toccato al PD anche difendere la cultura e l’identità del Veneto, nonostante i sostenitori della minoranza nazionale e del bilinguismo”.

“Siamo stati noi – concludono i consiglieri Democratici – a chiedere a gran voce, per il secondo anno consecutivo, di sostenere tutti quei soggetti che promuovono autenticamente la cultura veneta nei teatri, nelle scuole e nelle piazze della nostra Regione”.