Carabinieri sequestrano oltre 13 quintali di Bastardo del Grappa senza rintracciabilità

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Una forma di Bastardo del Grappa (foto da formaggi.it)

Più di 13 quintali di formaggio Bastardo del Grappa, ben conservati in un caseificio di Mason Vicentino – e per il quali il produttore non è stato in grado di dimostrare la rintracciabilità di filiera – sono stati sequestrati e avviati alla distruzione da parte dei carabinieri del Comando Politiche Agricole e Alimentari di Parma nell’ambito di una vasta operazione di controllo sulla tracciabilità e la qualità dei prodotti lattiero caseari che ha toccato le province di Vicenza e Trento.

I nuclei antifrodi dei carabinieri negli ultimi giorni hanno infatti controllato complessivamente 14 aziende lattiero-casearie e di confezionamento nelle province di Vicenza e di Trento, a tutela del consumatore e dei produttori onesti e quello di Mason è stato l’unico caso nel quale sono stati rinvenuti prodotti con problemi di filiera su prodotti tipici di qualità, ossia per il quale il titolare non è stato in grado di dimostrare che il latte utilizzato fosse quello previsto dal disciplinare, ossia le malghe del Monte Grappa.

In particolare, i militari del reparto specializzato gli oltre 13 quintali di formaggio rivenuti e sequestrati erano privi della documentazione di “rintracciabilità di filiera” ed erano presenti anche latticini con il termine minimo di conservazione superato. Altri prodotti lattiero caseari sono stati rinvenuti nel deposito della cosiddetta unità operativa del caseificio, gravemente carente sui requisiti igienico-sanitari.

“Il titolare – spiega il comandante del Nucleo, il tenente colonnello Costantino Meloni – ci ha detto che doveva smaltirlo ma in realtà era conservato come tutti gli altri formaggi presenti nel caseificio”. Per i 13 quintali di formaggio sequestrato privo di quella che tecnicamente si chiama “rintracciabilità in fase di filiera ascendente”, l’autorità sanitaria veterinaria dell’Ulss, convocata sul posto, ha emesso un provvedimento di distruzione e la chiusura del magazzino di stoccaggio.

I carabinieri hanno inoltre comminato sanzioni amministrative per le irregolarità riscontrate nelle fasi del processo produttivo e la mancata applicazione del piano di autocontrollo aziendale.