Gli imprenditori piegati dalla crisi in tivù: storie di chi ce l’ha fatta e il telefono anti-suicidi

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Diletta Cigolini (a sinistra) ed Emilia Laugelli (a destra) del servizio InOltre con il giornalista Domenico Iannacone

Si accendono i riflettori della tivù pubblica sulla crisi economica che negli ultimi anni ha colpito l’imprenditoria veneta,  Dopo il film “Cronaca di una passione” del regista Fabrizio Cattani che sta girando in questi giorni nelle sale cinematografiche della regione, questa sera alle 23.10 su Rai3 andrà in onda il programma d’inchiesta “I dieci comandamenti” che prende spunto dalla situazione veneta per parlare della “Rivoluzione Industriale”, come recita il titolo della puntata.

Il giornalista Domenico Iannacone ha scelto il Vicentino per parlare del dramma dei suicidi degli imprenditori, ma anche per raccontare storie di chi ce l’ha fatta. Come si legge nell’anticipazione nel sito internet del programma, nella puntata si rappresenta “la vita di piccoli e grandi imprenditori in crisi che si reinventano un mestiere per difendersi dalla massificazione industriale”. E’ il caso dei fratelli Giovanni e Lorenzo Bonotto dell’omonima azienda tessile di Molvena, nel Bassanese, che mettendo a posto vecchi macchinari hanno dato vita alla “Fabbrica lenta”. Tra le voci c’è anche quella del bassanese Sandro Venzo, rappresentante di Confartigianato Vicenza, che dà uno spaccato della situazione delle piccole e medie imprese venete.

Viaggiando tra paesaggi in cui a dominare sono scheletri di aziende, cattedrali nel deserto rimaste a simboleggiare il “fu” miracolo economico del Nordest, la telecamere de “I dieci comandamenti” si sono fermate all’ospedale dell’Alto Vicentino a Santorso, dove ha sede il servizio voluto dalla Regione Veneto (gestito dall’Ulss 4 con l’università di Padova) per dare un aiuto agli imprenditori in crisi. Si chiama InOltre ed offre sostegno psicologico telefonico (il numero è 800.334.343) a chi si sente schiacciato dalla crisi, dai debiti, dal rammarico per dover licenziare i propri dipendenti e dalle tante altre conseguenze dolorose che la mancanza di lavoro ha portato dal crash economico mondiale dal 2008 in poi.

Spiega Emilia Laugelli, responsabile del servizio InOltre, intervistata da Iannacone assieme alla collega Diletta Cigolini: “Lavoriamo 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno attraverso il punto d’ascolto. Poi, in base alla situazione, andiamo ad incontrare le persone a casa, in azienda, in un bar: siamo operatori che vanno incontro. Gli psicologi del servizio sono formati a capire il rischio suicidario, con una scala di valutazione. I 450 cittadini veneti che in questi anni sono stati e sono tuttora seguiti ed accompagnati avevano un rischio di grado da 3 a 5. Le chiamate hanno raggiunto quota 4.300: il telefono  collabora con le forze dell’ordine (con i carabinieri abbiamo condiviso un percorso di formazione insieme), cosi come con  tutte le associazioni di categoria perchè, da qualsiasi parte arrivi il sentore di disagio psicologico grave, si rivolgano a noi per prenderli in carico”.