L’artigianato creativo e sostenibile invade Villa Fabris: successo di pubblico per Opus

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Gioielli fatti con pezzi di lego, borse che utilizzano come materia prima vecchie camere d’aria, mobili in ferro e legno riciclato, vestiti che sono pezzi unici, saponi fatti a mano, sacche realizzate con i teli degli ombrelloni di Rimini, piccoli dinosauri in ceramica, lampade in legno, jeans con intarsi di tessuti andini, portafogli realizzati con materiali riciclati: è la festa della creatività quella andata in scena oggi a Villa Fabris a Thiene grazie a Opus – Nuove Trame Creative  – Winter Edition 2016, la mostra-mercato dell’artigianato innovativo che ha visto la presenza di più di quaranta  espositori provenienti da tutta Italia.

Il pubblico, soprattutto nel pomeriggio, ha invaso corridoi e stanze dei tre piani di Villa Fabris, dimostrando di apprezzare l’arte del saper fare contro la standardizzazione dei gusti.

Opus però è stato anche live panting, illustrazioni punk, esperienze di serigrafia, tutto per sostenere l’energia creativa di tanti artisti emergenti. Progettato da Hoodooh e Daam Studio, La manifestazione ha celebrato lo spirito del “Do It Yourself” e dell’”Handmade”, attraverso la promozione dell’artigianato contemporaneo, del design indipendente e dell’arte emergente. Un evento che fa di qualità e ricerca i propri capisaldi: i partecipanti vengono infatti selezionati sulla base dell’esclusività e della sperimentazione dei prodotti che realizzano.

Oltre alle esposizioni, con possibilità di acquistare, nel corso dell’appuntamento si sono tenuti workshop e un incontro sul futuro della manifattura, fra innovazione, sostenibilità e nuove generazioni. Presenti, insieme a noi dell’Eco che abbiamo moderato il panel, anche l’azienda tessile di Bovolenta Berto, che ha saputo innovare il denim; Megahub, esperienza di coworking a Schio; Hortus Talenti, progetto di FaRicami (azienda di Villaverla che ha aperto ai giovani i propri spazi per creare contaminazioni) e Confartigianato. Una tavola rotonda tutta al femminile, dove si è parlato della necessità di osare, della crisi come opportunità di innovazione, di economia, di futuro della manifattura e della necessità, per le imprese, di aprirsi e di contaminarsi.