Primi amori violenti, la psicologa: troppa accettazione dell’aggressività

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E’ successo anche pochi giorni fa a Thiene: una ragazza denuncia alle forze dell’ordine di essere da mesi presa di mira da un ragazzo conosciuto in primavera: telefonate a tutte le ore, appostamenti in auto tutta la notte sotto casa, senza desistere neppure di fronte all’invito ad allontanarsi.

E’ un fenomeno emergente, anche da noi, che a livello internazionale è conosciuto come teen dating violence, ossia la violenza all’interno di una coppia di giovanissimi, a volte anche senza essere coppia, peraltro. Insomma, i germi della violenza di genere nascono sempre più spesso fra gli adolescenti. E i frutti in età adulta purtroppo si vedono poi nelle cronache.

Perché sempre più spesso ragazzi e ragazze scambiano il possesso con l’amore e così finiscono per controllare il telefono, l’abbigliamento e le amicizie della fidanzatina o del fidanzatino, o inducono uno dei due a compiere atti per i quali non si sente pronto, si diffondono video e foto hot dopo essersi lasciati al solo scopo di mettere in difficoltà l’ex e si arriva fino alla violenza psicologica o addirittura fisica.

Sabato mattina 24 settembre a Thiene presso la sala riunioni di Palazzo Cornaggia (ore 9-13) si tiene su questo tema un interessantissimo incontro, che si rivolge in particolare a tutti quegli adulti che per ragazzi e ragazze sono – a volte inconsapevolmente – dei punti di riferimento: allenatori, animatori, baristi, capi scout, catechisti, ma anche, ovviamente, insegnanti e genitori. Adulti che però non hanno le conoscenze e gli strumenti per intervenire su questo fenomeno, che ha molto a che fare anche con gli stereotipi sul mondo femminile e la discriminazione. L’iniziativa, con la stessa formula, si è già tenuta nel Basso Vicentino la scorsa settimana e si svolgerà l’8 ottobre anche a Valdagno, sempre con l’organizzazione e la promozione dagli enti locali del territorio. L’appuntamento, frutto della sensibilità e di un’idea di Logika (che ne cura l’organizzazione), è promossa dalla Consigliera di Parità insieme con l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Thiene e gode del patrocinio della Ulss 4 Alto Vicentino, del comitato regionale Coni, della Provincia di Vicenza, del comitato provinciale del Centro Sportivo Italiano ed è realizzata in collaborazione con la Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio Vicenza, Noi Associazione Vicenza e con il Consorzio fra cooperative sociali Prisma Vicenza.

“Ho colto con interesse l’idea di promuovere il convegno  – dichiara Maria Gabriella Strinati, Assessore alle Pari Opportunità – per la tematica affrontata che è di estrema attualità e necessita di informazione approfondita. La prevenzione di un fenomeno così rilevante è fondamentale  e va realizzata attraverso la sinergia delle agenzie educative del territorio”.

L’incontro prevede, dopo i saluti iniziali dell’Assessore Strinati e della Consigliera provinciale di Parità Grazia Chisin, tre relazioni da parte di Marta Pietrobelli (ricercatrice sulle politiche di genere e le pari opportunità), di Cristina Martini (ricercatrice nell’ambito delle analisi dei media e dei casi di cronaca nera e formatrice su stereotipi e rappresentazioni della stampa nei casi di femminicidio e violenza di genere) e di Arianna Bigarella (psicologa e psicoterapeuta con specializzazione in psicoterapia a indirizzo cognitivo comportamentale).

E proprio alla psicologa e psicoterapeuta Arianna Bigarella abbiamo posto alcune domande per capire meglio questo fenomeno.

Dottoressa Bigarella, fatti di cronaca anche recenti ci raccontano delle difficoltà dei ragazzi nel relazionarsi in modo sano con l’altro e con la diversità, anche di genere. È un disagio reale?

Purtroppo questi fatti testimoniano un forte disagio, perlopiù sconosciuto e di cui poco si parla, cioè dell’aggressività nelle prime esperienze sentimentali.  Da un’indagine di Telefono Azzurro e Doxa del 2014 su più di 1500 adolescenti italiani tra gli 11 ed i 18 anni, emerge come al 22,7% del campione sia capitato che il partner urlasse contro di lui o contro di lei. Il 13,9% riferisce di essere stato oggetto di insulti da parte del partner, mentre il 32,8% degli intervistati conosce qualcuno che è stato insultato. All’interno delle relazioni affettive tra adolescenti spesso si sviluppano comportamenti violenti e aggressivi soprattutto sul versante emotivo e psicologico che poi può sfociare anche in aggressività fisica o sessuale.

Cosa è che provoca questa difficoltà?

Non c’è una specifica causa scatenante, la violenza nei rapporti di coppia tra i giovani si differenza da quella tra adulti per modelli comportamentali, sia individuali, specifici dell’età, sia indotti dalla dinamica di gruppo. Nello specifico il problema è che spesso i giovani interpretano un’attenzione e un attaccamento eccessivi come una vera e propria prova di amore e non riconoscono l’aggressività, la violenza o la limitazione della libertà insita in comportamenti come le umiliazioni e le minacce verbali, le molestie per telefono, sms, e-mail o attraverso le reti sociali. Oppure, come spesso raccontano, quando il partner vuole sempre essere informato su tutto, dice loro cosa devono o non devono fare, come si devono vestire o vieta loro di incontrare altre persone.

Come è possibile per gli adulti aiutare i ragazzi ad essere più empatici?

Uno degli obiettivi  del nostro convegno è mettere in luce la normalità con cui accettiamo certi atti di violenza. È importante che gli adulti si sensibilizzino a cosa non è amore, educando alla libertà nella coppia, al rispetto, alla parità per poter supportare i ragazzi nell’istaurare relazioni sentimentali positive che sono fondamentali per lo sviluppo della propria autostima.

Ci può essere un uso empatico dei social media? Vietare, ad esempio, un ragazzo l’uso di whatsapp è impossibile: che tipo di controllo possono esercitare quindi i genitori?

Il web non ha limiti e spesso i ragazzi, ma anche gli adulti, lo utilizzano in modo poco consapevole. Proprio perché chi utilizza i social spesso è poco educato, informato e preparato  rischia di avere un atteggiamento in cui i valori  fondamentali della vita come il rispetto degli altri, le pari opportunità, la sessualità, l’intimità e la privacy siano aspetti che online possono essere trattati diversamente da ciò che facciamo, vogliamo e cerchiamo di fare nella vita reale. Non credo esista una forma di controllo realmente efficiente ma sarebbe importante che i genitori si chiedessero se usano questi strumenti in modo trasparente, se quello che postano, commentano, guardano rispetta quello che farebbero nella vita reale. L’uso empatico dei social parte dall’eliminare questa differenza tra reale e online.

Come aiutare i ragazzi ad avere un’idea sana di cosa significa stare in una relazione?

Le relazioni affettive svolgono un ruolo importante nel corso dell’adolescenza: consentono di soddisfare il loro bisogno di comprensione e sostegno al di fuori del rapporto genitore-figlio, di realizzare il desiderio di intimità e lo sviluppo dell’autonomia personale. La costruzione di una relazione amorosa rafforza l’autostima e l’immagine positiva di sé. Le vittime di violenza nel contesto di gruppo o all’interno della coppia hanno maggiori probabilità di sviluppare a loro volta comportamenti violenti ed è necessario quindi far sperimentare loro il contrario: attraverso l’esempio personale e in un contesto familiare, scolastico, sportivo e sociale ricco di relazioni positive che condividano il rispetto dei valori personali.

Quali possono essere le conseguenze della “teen dating violence”?

Essere vittime di comportamenti violenti, offensivi o minacciosi all’interno della coppia può provocare effetti negativi a breve termine, come lo sviluppo di comportamenti violenti, abuso di sostanze o paura di instaurare rapporti stabili e duraturi. Nel lungo periodo invece si possono presentare disturbi psicologici di tipo ansioso o depressivo e, nei casi più gravi, si può arrivare a tentativi di suicidio.