Rincari sui carburanti, Confcommercio “Basta con gli aumenti”

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Una delle ultime indiscrezioni circolate a livello nazionale sostiene che il Governo si prepari a ritoccare nuovamente le accise sul carburante. Misura con la quale verranno reperiti parte dei fondi necessari per correggere i conti pubblici ed evitare salatissime multe europee. Ma Confcommercio non ci sta. “Abbiamo una media negli ultimi cinque anni di 22 centesimi al litro più di ogni Paese europeo – ha detto Eugenio Volpato, presidente provinciale della categoria dei benzinai – abbiamo già dato, basta aumenti”.

L’Italia infatti rischia seriamente di incorrere in una procedura d’infrazione emessa dall’Unione Europea, a causa del debito pubblico che continua a crescere, mantenendosi su livelli estremamente alti. L’Unione Europea ha quindi chiesto a Roma una ulteriore manovra correttiva dei conti per 3,4 miliardi di euro, necessari per invertire il trend di crescita del debito statale. Una delle misure più probabili per questa manovra riguarda l’aumento delle accise sui carburanti, già ritoccate più volte negli scorsi anni. “Possibile che i grandi esperti del Ministero delle Finanze e gli economisti che si succedono negli anni alla guida del dicastero non trovino altro modo di far quadrare i conti pubblici se non quello di ritoccare le accise del carburanti? – ha proseguito Volpato – nei cinque scorsi anni abbiamo pagato 26 miliardi di imposte attraverso le accise. Per i gestori dei distributori di carburante sarebbe un’altra doccia fredda, perché l’aumento dei prezzi alla pompa ha un immediato riflesso sul calo dei rifornimenti”.
Secondo i dati diffusi da Figisc-Confcommercio infatti le imposte gravanti sui carburanti in Italia nella media dell’ultimo quinquennio (ossia dagli aumenti del «Salva Italia» del Governo Monti nel dicembre 2011) sono state superiori di ben 22,2 centesimi/litro alla media dell’Unione Europea, con un corrispondente effetto sul prezzo finale al consumo dei carburanti. “Da allora le accise non sono mai state rivedute al ribasso e anzi l’aumento di un punto dell’Iva introdotto ad ottobre 2013 ne ha ulteriormente accresciuto il peso sul prezzo finale – ha concluso Volpato – il risultato di questa politica ha portato oggi a pagare, su un litro di benzina alla pompa proposto ad 1,550 euro, ben 1,017 euro di accise ed Iva. Per quanto riguarda le tasse sui carburanti, gli italiani hanno già dato”.