Tappa a Santorso per la marcia Reggio-Bruxelles in favore della R.D.Congo

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E’ arrivata oggi nel vicentino la marcia a staffetta Reggio Emilia – Bruxelles, pensata e proposta per fare conoscere questo ennesimo all’opinione pubblica il dramma della guerra nella Repubblica Democratica del Congo e per chiedere alle istituzioni internazionali di intervenire subito per fermare l’olocausto.

Partito da Novellara il 23 ottobre, l’anima della marcia, John Mpaliza (soprannominato Peace Walking Man) insieme con Riccardo Montanari e alcuni giovani attraverserà l’Europa portando la richiesta di aiuto di quelle terra, da cui John è originario. Oggi la tappa della marcia ha visto la partenza da Vicenza (dove la comitiva era arrivata ieri sera) e l’arrivo a Schio. Stasera è previsto un incontro pubblico a Santorso (presso la cooperativa Nuovi Orizzonti, Oasi Rossi, alle 20,30).

Nella zona di Beni, nel nord-est della R.D. Congo, da due anni sono in corso massacri contro le popolazioni di etnia nande, già definiti pulizia etnica e genocidio: persone sgozzate, le braccia di numerosi bambini amputate, le donne violentate e sventrate, famiglie intere massacrate e brutalmente uccise.
“Il nostro obiettivo – afferma John Mpaliza, che è già è stato protagonista di altre marce di sensibilizzazione come la Reggio-Reggio e la Reggio-Helsinki  – è incontrare e parlare con il maggior numero di persone possibile prima di arrivare alle istituzioni comunitarie europee a metà dicembre”. Complessivamente i marciatori percorreranno circa 1.500 chilometri a piedi in un mese e mezzo e saranno accompagnati da una sorta di staffetta.

I marciatori, accompagnati dall’hastag #saveBeni, hanno lanciato anche una appello on line.

“Il 14 maggio 2016 – si legge nell’appello – i coordinatori locali dei gruppi della società civile di Beni, Lubero e Butembo hanno denunciato in una lettera aperta le uccisioni di 1116 persone, mentre 1470 rapimenti sono stati ufficialmente registrati solo negli ultimi due anni. La sequenza incessante di brutali omicidi contro la popolazione inerme in vari villaggi della zona, che continua nonostante la presenza dell’esercito congolese e dei caschi blu delle Nazioni Unite, è estremamente inquietante e fa intravedere un disegno criminale portato a termine con agghiacciante spietatezza per spazzare via con la violenza e il terrore i civili residenti nell’area”.

Per questo i promotori chiedono in modo dettagliato che la comunità internazionale, e in particolare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su pressione degli Stati europei membri, metta in atto tutte le misure necessarie per far cessare il prima possibile i massacri; che venga promossa un’inchiesta sui crimini commessi in quest’area della Repubblica Democratica del Congo presso la Corte Penale Internazionale, la Corte Africana dei Diritti Umani e dei Popoli, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja; che l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Generali e la Politica di Sicurezza promuova con urgenza a livello europeo e internazionale un’inchiesta su questi massacri;
che l’Unione europea valuti di inviare un rappresentante speciale nella zona di Beni per redigere un rapporto da presentare con la massima urgenza al Parlamento europeo, ai governi degli Stati membri ed alle più alte istituzioni europee; che alla missione Monusco dell’Onu, oltre al mandato di osservazione, venga data con urgenza facoltà di interposizione nella zona di Beni, e che la stessa sia posta in grado di difendere e proteggere effettivamente ed efficacemente la popolazione civile dalla crescente violenza dei miliziani; che, essendo il commercio illegale dei minerali la sorgente primaria di supporto per i gruppi armati operanti nel nord-est del Congo, l’Unione europea deve approvare e implementare al più presto il regolamento sui “minerali dei conflitti” negoziato recentemente, prevedendo un attento monitoraggio in modo da adottare tutti i miglioramenti possibili per rendere sempre più efficace il contrasto al finanziamento dei conflitti.