The Cathechist, ossia Stratobabbo e la “rivalutazione dell’ateismo” (per comodità)

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(foto dal blog maestrarenata)

Sarebbe un ottimo titolo per un thriller, non trovate? The Cathechist!
La trama è in via di definizione: non ho ancora deciso se è il giovane padre a sterminare i catechisti o se la suora, in quanto catechista, si arma di mitra e fa strage di genitori.

Ma andiamo con ordine!
Sono cresciuto in una famiglia cattolica osservante anche se non fanatica. Decisamente poco fanatica, a dire il vero.
Ho vissuto molto la parrocchia, però, in particolare l’età delle medie, perché, studiando fuori paese, era l’occasione di stare con le mie coetanee. I maschi li trovavo al calcio, ma alle medie inizi a riconsiderare le tue priorità.
Poi diventi animatore, se una delle coetanee che ti piace fa l’animatrice.

Fino a qui tutto facile.
All’università conosci i Centri Sociali. Un nome che a casa tua usavano con l’espressione che avevano quando dalle finestre filtrava l’odore del letame sparso nei campi.
Però all’esame di Fondamenti (di non mi ricordo di cosa) c’era Chiara di Mestre. Bellissima Chiara di Mestre, vi giuro. Aveva dei grandi occhi scuri da cerbiatto, i capelli neri lunghi e quel fisico minuto che fa molto attrice anni settanta. E il sorriso, ah, il sorriso.
La Chiara di Mestre non era solo tanto carina, era pure dolcissima: penso una delle ragazze all’università con cui ho parlato di più. Forse sarà perché all’esame di Fondamenti ci sono andato con un paio di Converse vecchie come il cucco e tutte strappate, i jeans un po’ logori sul didietro, ed una camicia della Marlboro diciamo vintage. Insomma, facevo pendant con il suo modo di vestire.
“Potresti venire una sera al Centro Sociale di Mestre” mi disse un giorno tornando a piedi verso la stazione.
Combinà on casso con La Chiara di Mestre. Dio sa cosa aveva scatenato la parola “Centro Sociale” dentro di me.
“Ahi pentirommi, e spesso, ma sconsolato volgerommi indietro”. Cantava Giacomino Leopardi, e mi sa che un po’ anche io, quando ri-penso alla Chiara, che manco il congnome ricordo più.

M’è presa la balla triste, scusate!
Ma il senso del discorso è che nemmeno la Chiara di Mestre era riuscita a portarmi all’ateismo (forzando un po’ l’idea che Centro Sociale=Ateismo, che era più o meno quello che pensavano i miei).

Però il demonio non ha perso le speranze, con me, e mi manda i catechisti. E mi sa che stavolta ci riesce.
Il Catechismo dei figli è una cosa da: (a scelta)
Marines della religione
Asceti
Sfigati che non hanno una vita

Di base ogni 15 giorni c’è qualcosa. Avendo due classi a cui tener dietro ed essendo le due classi alternate significa fottere tutti i week end. Il catechismo che fotte non è un’immagine che avevo considerato.
Se non basta questo c’è la catechesi per le famiglie. In sostanza lo stesso catechismo che facevano quando eravamo ragazzi ce lo ripropinano paro paro.
Io sono rincoglionito ma me lo ricordo bene, per cui non fate finta di no.
Lì puoi trovare la risposta a tutte le domande a parte una: Perché ci devo andare?
Non ci voglio andare non ci voglio andare non ci voglio andare (sto regredendo).
Insomma sto rivalutando l’ateismo, se non come scelta almeno come comodità.
La sostanza è, cara Chiara, se quell’invito è ancora valido, ci vediamo sabato al Centro Sociale.

p.s. Porto anche mia moglie 😉

 

(dal blog Stratobabbo)