Allarme siccità. 10 Regioni chiederanno lo stato di calamità

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L’allarme siccità nel nostro paese non accenna a fermarsi. Secondo un’analisi Coldiretti ammontano ad oltre 2 miliardi i danni provocati a coltivazioni e allevamenti. I 2/3 del territorio nazionale e dei campi coltivati lungo la Penisola sono a secco a causa della mancanza di acqua delle ultime settimane. Almeno 10 Regioni, stanno per presentare la richiesta di stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole.
In particolare, con la dichiarazione scattano la sospensione delle rate dei mutui bancari delle imprese agricole e il blocco del versamento dei contributi assistenziali e previdenziali. Considerata l’eccezionale siccità, vengono estesi i benefici del fondo anche alle aziende agricole che potevano sottoscrivere assicurazioni, grazie ad un emendamento al decreto Mezzogiorno ora in Senato.
Allarmanti i dati Coldiretti: secondo un’analisi il Lago di Garda e appena al 34,4% di riempimento del volume mentre il fiume Po al Ponte della Becca a Pavia a circa 3,5 metri sotto lo zero idrometrico. Per gli agricoltori è sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni. In Lombardia sui pascoli di montagna si registra un calo del 20% di erba a disposizione del bestiame. Le perdite provocate dalla siccità nella sola Lombardia ammontano a circa 90 milioni di euro.
La Regione Veneto, dal mese di aprile, ha emesso tre ordinanze sullo stato di crisi per siccità allo scopo di contingentare l’acqua. Gli agricoltori, secondo la Coldiretti, sono costretti a bagnare la soia, il mais, barbabietola, tabacco oltre a tutte le orticole, comprese le frutticole già in emergenza ma anche i prati stabili con conseguente aggravio dei costi di produzione.
Nel Lazio le criticità maggiori si registrano a Latina dove sono compromessi fino al 50% i raccolti di mais, ortaggi, meloni, angurie. Complessivamente i danni si attestano tra 90 e i 110 milioni di euro, secondo la Coldiretti.
In Campania invece la Coldiretti stima che i danni possano ammontare a circa 200 milioni di euro, ma occorrerà attendere la fine dell’estate per comprenderne la reale dimensione.
Drammatica è anche la situazione in Sicilia dove, a causa di una rete colabrodo, in alcune zone agricole del Catanese l’acqua non arriva e gli agricoltori si trovano quindi costi triplicati per chi è costretto a irrigare i campi.