In 500 consegnano la tessera elettorale contro il centro di accoglienza straordinaria per i profughi

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Alcune delle tessere elettorali riconsegnate al Comune

Sono quasi 500 i recoaresi che, alle prossime elezioni, per protesta non voteranno. Non è un semplice annuncio: hanno già restituito la tessera elettorale in Comune. La protesta è iniziata qualche giorno fa su impulso del “Comitato cittadini spontanei e attivi di Recoaro Terme” contro la trasformazione dell’hotel Bersagliere in un Centro di accoglienza straordinario per richiedenti asilo, in cui il Comune non potrà entrare senza autorizzazione della prefettura.

Di seguito la nota del comitato diffusa ieri:

Questa mattina una delegazione dei cittadini spontanei e attivi ha consegnato all’ufficio anagrafe del Comune 250 tessere elettorali, che si sommano alle 240 già restituite nei giorni scorsi. Noi cittadini spontanei e attivi con forza ci rivolgiamo al sindaco, affinché si opponga all’instaurazione di un Cas a Recoaro, a quello che noi riteniamo un sopruso, generato dalla incapacità del governo italiano ed Europa, nel gestire le problematiche conseguenti dalla immigrazione di massa in corso.
Al sindaco abbiamo chiesto, nel caso si attivasse compiutamente il Cas di Recoaro Terme, di consegnare la fascia tricolore e le chiavi della città in prefettura. A sostegno di questa forte ed inaudita richiesta, noi cittadini spontanei e attivi abbiamo iniziato dal 10 febbraio a consegnare le nostre tessere elettorali all’anagrafe del Comune e continueremo a farlo ad oltranza nei prossimi giorni. Questa iniziativa è l’unica possibilità che ci permette di manifestare in modo pacifico, spontaneo e attivo il nostro dissenso nei confronti del governo centrale per la creazione del Cas di Recoaro all’ex hotel Bersagliere e ci consente inoltre di evidenziare come la precaria gestione dei profughi e la totale assenza di efficaci politiche comunitarie
sul tema delle migrazioni di massa in corso verso l’Italia, siano lesive alla democrazia in quanto nel nome di una permanente emergenza si stia arrivando, seppur parzialmente, ad una estromissione delle amministrazioni locali, affinché vengano soddisfatte le esigenze delle prefetture. Ci chiediamo a cosa serviranno un sindaco e una amministrazione comunale in un paese che di fatto, dalla costituzione del Cas (Centro di accoglienza straordinaria), diventerà a tutti gli effetti controllato in amministrazione straordinaria dal prefetto. Ribadiamo la volontà di incontrare al più presto il ministro Minniti per sollecitare il governo italiano ad attivarsi con urgenza per arginare e regolamentare l’immigrazione di massa in corso.