BpVi, protesta a Palazzo Trissino. Variati scrive a Gentiloni Boldrini Grasso e Renzi

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Sono andati a protestare in trecento oggi a Palazzo Trissino, occupando simbolicamente la sede del Comune di Vicenza, chiedendo di parlare con il sindaco Achille Variati. Sono i soci della Banca Popolare di Vicenza che fanno riferimento al gruppo “Noi che credevamo nella Banca Popolare  di Vicenza”. E il sindaco alla fine, dopo alcuni momenti incandescenti a causa della chiusura dei cancelli da parte dei vigili, li ha ricevuti.

I manifestanti hanno chiesto al sindaco di adoperarsi per non far passare in Parlamento il decreto del Governo che dà il via libera all’ingresso di Banca Intesa attraverso la strada della liquidazione coatta che svuota le possibilità di risarcimento per gli azionisti. “Le chiediamo di scrivere al suo partito – ha affermato Luigi Ugone portavoce dei manifestanti – e al suo governo perché il decreto non venga votato. E se non la ascoltano, le chiediamo di stracciare la tessera del Pd”.

Variati ha però risposto di sperare in una approvazione con modifiche del decreto e poi nel pomeriggio ha diffuso il contenuto della lettera inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, ai presidenti di Camera e Senato e ai presidenti dei Gruppi Parlamentari (una lettera analoga è stata inviata anche al Partito Democratico all’attenzione del segretario Matteo Renzi e del relatore del decreto Giovanni Sanga). Ecco il testo, nel quale si chiedono modifiche al decreto.
Egregio Presidente,

inizia domani, prima alla Camera e poi al Senato, la discussione per la conversione del Decreto Legge 99/2017 “Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa”.

La crisi delle due banche venete, tra responsabilità degli amministratori e di chi avrebbe dovuto controllare, ha generato una situazione gravissima a livello economico e sociale. In particolare, a subire gli effetti peggiori sono gli azionisti delle due banche poste in liquidazione, un vero e proprio popolo non di speculatori ma di risparmiatori, spesso piccoli risparmiatori, la cui fiducia è stata tradita. Si tratta quindi, senza mezze parole, di cittadini truffati che ora si ritroverebbero, con questo Decreto, azionisti di una banca liquidata.

Il Decreto, così come proposto dal Governo, per gli azionisti-risparmiatori non prevede nulla. Anzi, ha l’effetto di una pietra tombale su qualsiasi concreta speranza di risarcimento per la truffa subita.

In questi ultimi giorni molti cittadini e le loro associazioni hanno indetto manifestazioni partecipate sul territorio e accompagnate da una più che legittima rabbia. In qualità di Sindaco di Vicenza, città sede dell’omonima Banca Popolare, e di presidente dell’Unione delle Province Italiane, interpretando il pensiero di tanti amministratori di diverse regioni d’Italia, chiedo che il Decreto venga cambiato considerando, oltre gli interessi e la tenuta del sistema bancario italiano, anche i diritti legittimi degli azionisti-risparmiatori.

La questione non può e non deve essere chiusa con le norme proposte perché rappresenterebbe un’iniquità di trattamento fra soggetti diversi che non può e non deve essere sancita dal Parlamento. Ricordo infatti che l’articolo 47 della Costituzione sancisce il dovere di “tutela del risparmio in tutte le sue forme”.

Pur considerando le norme europee, le Camere hanno la possibilità di adottare migliorie che possono ridare, almeno in parte, fiducia nelle istituzioni. Diversamente, gli esiti potrebbero rivelarsi assai gravi e per certi aspetti imprevedibili nella loro gravità.

Spero che questo mio appello politico che proviene dal territorio venga considerato.

Achille Variati