Caccia al cormorano sull’Astico e sul Brenta per proteggere la trota marmorata e il temolo

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Un cormorano

Fucili e carabine puntati contro i cormorani lungo i corsi d’acqua montani del Vicentino. Per il quarto anno consecutivo la Provincia di Vicenza autorizza l’abbattimento di alcuni esemplari degli uccelli ghiotti di pesci, in particolare delle specie di pregio minacciate di estinzione, come la trota marmorata e il temolo.

Fino al 15 marzo gli agenti della polizia provinciale, coadiuvati da operatori muniti di regolare porto d’armi (individuati in collaborazione con i direttivi dei Bacini di Pesca locali) potranno sparare ad un massimo di 25 cormorani, pari al 10 per cento di quelli trovati lungo il torrente Astico e il fiume Brenta. Le armi ammesse sono il fucile o la carabina di piccolo calibro, consentiti per uso venatorio e con l’utilizzo esclusivo di munizioni atossiche.

Da quanto si legge nel documento che autorizza il piano di contenimento del cormorano, per la Provincia «l’abbattimento di poche unità, da attuarsi sotto il controllo della polizia provinciale, può costituire un’utile azione di dissuasione, ed è pertanto più che giustificata dal motivo della protezione della fauna ittica di pregio, soprattutto in considerazione dell’impossibilità di ricorrere a sistemi di difesa passiva nei corsi d’acqua di maggiore dimensione».

Prima di dare il via alla nuova caccia ai cormorani in alcune aree specifiche lungo l’Astico e il Brenta, la Provincia ha ottenuto il parere favorevole dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha preso atto dei risultati conseguiti negli anni scorsi.

L’operazione provinciale in passato aveva attirato le critiche di alcune associazioni ambientaliste, secondo le quali il cormorano era diventato una sorta di capro espiatorio.