Gloria, da Zané a Bratislava seguendo la passione per la danza

Questa è una storia che parla di genitori che aiutano una figlia a spiccare il volo e non la trattengono come fa una chioccia con i pulcini. Ma è anche la storia di una passione inseguita nonostante la fatica, con costanza e con quella che potremmo chiamare chiarezza di intenti. E’ la storia di Gloria Todeschini, 24 anni, di Zané, fino a pochi giorni fa ballerina solista di danza classica nella compagnia di balletto del Teatro Nazionale Slovacco di Bratislava e ora in procinto di iniziare una nuova avventura in un altro corpo di ballo europeo.

Ho appuntamento con Gloria e Calogero (Calo per gli amici) in una pasticceria di Sarcedo in uno dei (purtroppo) rari ritorni a casa. Quando lei inizia a raccontarmi del suo amore per la danza, le si illuminano gli occhi e non riesco a non pensare a come è bello vedere una ragazza di 24 anni che si nutre della sua passione.

Gli inizi a Piovene Rocchette con Laura Nardi. E allora raccontiamola questa storia, che prende le mosse diciotto anni fa a Piovene Rocchette: Gloria ha sei anni e inizia a frequentare la scuola di danza di Laura Nardi (che ora insegna a Domus Danza a Schio). Laura annusa nel giro di pochi anni che quella ragazzina piccolina, bionda e dagli occhi chiari, delicata ma determinata, ha un talento non usuale e la spinge a cercare la sua strada altrove. “All’inizio danzare per me era uno sfogo – mi racconta Gloria -, adoravo le musiche. Sono un’emotiva, danzare mi commuoveva e mi commuove, soprattutto negli adagi. E’ stata Laura a propormi di cercare una scuola qualificata per continuare a coltivare la mia passione: ho fatto provini alla Scala e all’Accademia di Firenze e sono stata selezionata da quest’ultima”.

Firenze. Così, a soli quattordici anni Gloria lascia Zanè e si trasferisce a Firenze, si iscrive al liceo linguistico collegato all’Accademia e intanto studia danza classica: ogni giorno, 6-7 ore di scuola e 5 di danza. “Se all’inizio è stata dura? A dire il vero per le mie compagne è stato più traumatico. Ma mi son fatta anche io i miei pianti al telefono i primi anni e questo mandava in crisi mia mamma. Anche se devo dire che aver avuto una sorella più grande che, mentre io facevo la terza media qui a Sarcedo, è partita per gli Stati Uniti dove ha voluto fare l’ultimo anno delle scuole superiori è stato davvero un buon apripista”.

Lorella e Augusto. Mamma Oriella e papà Renato sono baristi e pizzaioli da una vita, titolari prima della pizzeria Ciorly a Carrè, poi del bar vicino all’Ospedale Boldrini di Thiene, dove in tanti si fermavano per un caffè e brioches di prima mattina dopo essere passati per la sala prelievi del nosocomio thienese. Ora gestiscono la pizzeria da asporto Lady Pizza a Sarcedo: persone abituate a lavorare e sodo, insomma, anche quando per gli altri è un giorno festivo. Due genitori molto impegnati con l’attività lavorativa, ma che hanno saputo sostenere al meglio i “sogni di Gloria” (e il gioco di parole ci sta davvero in questo caso!) insegnandole cosa significa vivere da soli, lontano da casa, fin da piccola.

Il Ballet du Capitole di Tolosa. Gloria a Firenze passa tre anni, ma poi durante l’estate, ancora una volta buttando il cuore oltre l’ostacolo, grazie al direttore dell’Accademia che nota il suo talento vince una borsa di studio estiva e a 17 anni parte con un’amica per la Nuova Zelanda. “Sia io che mia mamma a dire il vero non abbiamo realizzato subito le distanze. E’ stato quando ho impiegato 32 ore di volo che ho capito quanto fossi lontana da casa!” racconta. “E’ stato in Nuova Zelanda che ho compreso anche quanto avessi bisogno di perfezionarmi, perché il mio livello era più scarso di quello di molte altre partecipanti”. Firenze, insomma, non era più sufficiente e quindi Gloria, non ancora maggiorenne, ancora con grande chiarezza e determinazione, inizia a sondare le possibilità di perfezionarsi in Europa, ma fuori dall’Italia. “Eravamo io e una mia amica. Abbiamo puntato sulla Francia, Tolosa, prima con uno stage e poi entrando nella locale compagnia di ballo. Il primo ballerino del Ballet du Capitole di Tolosa, era italiano, Valerio Mangianti, e devo dire che lui è un’altra delle persone importanti nella mia vita, perché mi ha aiutato molto a migliorarmi. Mi ha preso sotto la sua ala protettiva, insegnandomi tutto quello che sapeva sul balletto classico. Lì non dovevo pagare la scuola ma solo l’affitto, perché avevo una borsa di studio” sottolinea Gloria. A Tolosa papà e mamma si recano spesso a trovarla e lì la figlia vive la sua svolta artistica, fra lezioni, stage e il lavoro nella Compagnia. Conosce e lavora anche con Paola Pagano “per me una vera musa, un esempio di artista” racconta.

L’Accademia di Danza della Principessa Grace a Montecarlo. A Gloria però tutto quel perfezionamento e quell’impegno non serve molto se non ha un diploma di danza in tasca. Per questo si rimette in marcia e dopo  un’audizione viene presa nella rinomata Accademia di Danza della Principessa Grace nel Principato di Monaco. Lì finisce il percorso di studi e si apre per lei la fase di ricerca di un vero e proprio lavoro come ballerina, partecipando ad audizioni un po’ dappertutto in giro per l’Europa.

Il primo lavoro: lo Slovak National Ballet di Bratislava. Sia a Brno che a Bratislava l’aspettano a braccia aperte, ma lei sceglie la compagnia di quest’ultima città:  lo Slovak National Ballet. “Sono lì dal 2011. Non ero abituata ai ritmi lavorativi, all’inizio è stata dura, è una responsabilità, perché non essendo particolarmente alta spesso finisco in prima fila. Ricordo che noi nuovi arrivati abbiamo dovuto imparare in due giorni tutto e quattro atti del Lago dei Cigni – racconta – però poi mi sono ambientata. Facciamo tre spettacoli alla settimana ma non c’è ovviamente solo quello: il lavoro dietro le quinte è pesante, a volte frustrante. E’ importante essere bravi di testa per superare le sconfitte, per combattere la pigrizia e continuare a lavorare anche quando si è stanchi”. Gloria a Bratislava danza sia nel corpo di ballo che con dei ruoli da solista. “Pensavo di fermarmi qui un paio di anni e basta, ma ne son già passati cinque”. A Bratislava Gloria vede anche sbocciare l’amore, con Calogero, e con lui quest’anno ha iniziato a cercare una nuova sfida da vincere: “a Bratislava mi trovo bene, ma ho bisogno di fare nuove esperienze”. Così iniziano entrambi di nuovo le audizioni e lui, che è passato anche per la trasmissione “Amici” sui canali Mediaset, si conquista un posto al Tiroler Landestheater di Innsbruck, mentre lei è in attesa che si crei una opportunità di inserimento nella stessa compagnia e nel frattempo vola per quattro mesi a Dortmund, in Germania, dove è stata presa per una produzione.

La danza, un po’ follia e tanto sacrificio. “Per fare i ballerini occorre essere un po’ matti” sentenzia Gloria. Lui annuisce e aggiunge: “Danzare è un’esigenza. Come diciamo spesso nel nostro ambiente, la danza è di tutti ma non per tutti. Un ballerino fa incontrare la poesia con la musica e con il movimento”. “E’ vero –aggiunge Gloria – il ballerino deve essere un interprete, devi immedesimarti nel tuo personaggio”. Chiedo ad entrambi perché non sono rimasti in Italia ad esprimere il loro talento, la risposta è unanime: “Qui la danza si è dovuta adattare alla televisione, e poi i teatri sono in crisi, stanno chiudendo uno dopo l’altro. All’estero si parla molto dei teatri italiani, ma sono molti i ballerini italiani ad essere andati all’estero per poter lavorare. Qui in Italia i bambini purtroppo non vengono educati al teatro”. La carriera di un ballerino – eccezion fatta per l’ottantenne Carla Fracci che a lasciare le scene proprio non ci pensa – è breve, ci si deve fermare verso i 38-40 anni: “Anche per questo bisogna lavorare duro, giorno per giorno, per superare i propri limiti”. Perché, come diceva George Balanchine, famoso ballerino e coreografo, “this is your last tendu”, che in sostanza significa: danza come se fosse l’ultima volta che lo fai. Il balletto, insomma, è fatto di passione e tecnica: la prima va gestita, la seconda ti dice che c’è sempre qualcosa che puoi migliorare. “L’importante – aggiunge Gloria – è che ogni ballerino trovi il suo lato forte. I miei, ho scoperto con il tempo, sono il salto e l’interpretazione. Ma la differenza la fa la testa: occorre avere una predisposizione da atleta”.

“Seguite i vostri sogni”. Prima di lasciarci le chiedo che consiglio darebbe a una ragazzina che volesse danzare e lei di getto mi dice: “Di seguire i propri sogni. Mi ricordo che da piccola mi immaginavo spesso calcare la scena di un teatro. Avevo questa visione e ho cercato con tutte le mie forze di seguirla. E questa è la soddisfazione più grande”. E lo è di sicuro anche per mamma Oriella e papà Renato.