Moschea, ecco le carte del 2005. Bassan (ex Lega): “Ebbi uno scontro con Schneck nel suo ufficio”

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La complessa vicenda del centro islamico-moschea a Thiene  come si sa inizia nel 2005, con il trasferimento della sede dell’associazione Il Futuro da via Colleoni a via del Rosario, nello stabile ad uso residenziale con pertinenze acquistato a gennaio 2005 dall’associazione stessa.

Gianni Casarotto, sindaco attuale, accusato oggi di aver taciuto ai cittadini la costruzione dell’ampliamento che a tutti gli effetti pare proprio una moschea, da giorni ripete la sua versione, ossia che il “peccato originale” fu fatto nel 2005: “E’ stata l’amministrazione Schneck ad approvare il cambio di destinazione d’uso da residenziale a direzionale per permettere le attività dell’associazione, fra cui fin dall’inizio c’è stata la preghiera!”. Affermazione a cui l’altra sera ha dovuto aggiungere l’ammissione del fatto che il permesso a costruire il secondo ampliamento nel 2015 lo diede l’ufficio tecnico senza che lui ne fosse al corrente.

Attilio Schneck dal canto suo l’ha detto chiaro e tondo anche ieri sera dal palco del comizio di Salvini (e lo ha ripetuto anche parlando con noi al telefono più tardi): “Casarotto dice che l’autorizzazione nel 2005 l’ha data la Lega e che io avrei concesso il cambio di destinazione d’uso. Non è vero: non c’è stato nessun cambio di destinazione d’uso, un’associazione si sposta liberamente: se è qua può andare là, si compra una casa e ci va”. Questo quanto affermato sul palco, ma Schneck ci ha spiegato anche meglio cosa intende al telefono: “Ho parlato con la dirigente di allora, che mi ha ricordato come utilizzammo la legge Turco, che prevede che un insediamento associativo avvenga con qualsiasi tipologia di destinazione d’uso di un edificio”. Schneck fa riferimento probabilmente alla legge istitutiva delle associazioni di volontariato, la 266 del 1991, la famosa Legge Turco, che noi abbiamo letto ma a dire il vero nella quale non abbiamo trovato riferimenti normativi riferibili al luogo nel quale possono insediarsi le associazioni.

Fin qui il racconto di alcuni dei diretti interessati su quanto avvenne nel 2005. L’associazione Il Futuro si trasferì in via del Rosario (con una inaugurazione il 23 febbraio 2007 alla quale partecipò anche Antonio Zordan, capogruppo della Lega, che per quell’episodio ebbe un richiamo dal partito) e nel 2009 arrivò  in Comune la richiesta di parere preventivo per la costruzione di una moschea. “La Busetti portò la cosa in consiglio – ha spiegato ieri Schneck – come si fa nei paese i democratici, ne discusse con tutti comprese minoranze e alla fine dissero di no per due ordini di motivi: perché il luogo non era idoneo dal punto di vista urbanistico in quanto non sarebbe più stata un’attività culturale ma di culto, che le religioni che non hanno contratto rapporto con lo Stato non possono esercitare, e poi perché nell’andare ad incontrare tutte le comunità, Maria Rita non fu ricevuta da quelle maghrebine e quindi disse no anche per motivi politici”.

Maria Rita Busetti, sindaco dal 2007 al 2012, dal canto suo in un video ha spiegato ieri cosa accadde invece nel 2009: “Ci chiesero l’ampliamento, rispondemmo di no perché ritenevamo impossibile creare una situazione di disagio agli abitanti del territorio, in quanto avremmo raccolto in un unico posto centinaia di persone e veicoli, una scelta dettata anche dall’evoluzione della politica internazionale”.

Noi de l’Eco Vicentino abbiamo però chiesto e ottenuto in municipio gli atti di allora. In particolare abbiamo visionato il parere della dirigente che il 31 dicembre 2004 inviò alla giunta comunale, presieduta proprio da Schneck. Si tratta di un documento a seguito di una richiesta di parere preventivo (datata 23 dicembre dello stesso anno) presentata da un architetto “per conto dell’associazione culturale e sportiva Il Futuro” sulla “possibilità di cambio di destinazione d’uso di un edificio esistente nella zona industriale oggetto di recente variante urbanistica”. “Il cambio di destinazione d’uso richiesto – si legge – è quello da destinazione residenziale a ‘sala di esposizione e convegni’, riconducibile alla destinazione direzionale; il cambio d’uso comporta il reperimento degli standard a parcheggio”. Precisamente, la dirigente scrive:

“L’intervento previsto sarebbe ammissibile in zona industriale ma si ritiene che non sia concedibile nel caso specifico in quanto la finalità della variante urbanistica era quella di creare dei lotti di forma regolare con accesso da nuovi tratti stradali. Confermando la presenza dell’edificio esistente si verrebbe a compromettere una certa regolarità dell’edificato e si dovrebbe mantenere la possibilità di accesso da via del Rosario che il Prg esclude”.

La dirigente finisce il suo scritto con la frase:

“Si sottopone la proposta di Piano alla Giunta per un parere in merito”.

La giunta si espresse nella seduta del 13 gennaio 2005 – assente solo l’assessore Enzo Finozzi, presenti Schneck, Renato Corrà, Antonello Amatori, Carlo Derugna, Angelo Rossi e Alberto Samperi – nel quale, nonostante quanto scritto dalla dirigente, si dichiarò parere favorevole. L’atto successivo porta la data del 14 settembre 2005 ed è il nulla osta alla realizzazione dell’intervento, anche questo firmato dalla dirigente, “per eseguire i lavori di ristrutturazione ed ampliamento di un fabbricato residenziale con parziale cambio d’uso a direzionale”. Il cambio di destinazione d’uso, quindi, nel 2005 ci fu.

Sui quei giorni caldi, interviene poi anche Antonio Bassan, consigliere comunale per dieci anni con la Lega Nord residente a Lampertico e proprio per questo allora particolarmente interessato alla vicenda del centro islamico di via del Rosario. “Allora fui l’unico ad oppormi nella Lega – spiega Bassan – e non riesco ad accettare oggi le ipocrisie e le ambiguità delle persone. Per questo a distanza di tempo, vedendo le polemiche di questi giorni, non posso più tacere. Serve più trasparenza nei confronti dei cittadini!”.

Bassan ricorda con precisione cosa successe durante l’estate del 2005. “In quel periodo io ero in municipio praticamente quasi tutti i giorni e con Schneck avevo un rapporto stretto, sia da un punto di vista amministrativo che umano. Ciò nonostante, che l’amministrazione avesse autorizzato il centro islamico a trasferirsi a Lampertico in via del Rosario io lo seppi da alcuni cittadini del quartiere che vennero a chiedermi conto di quello che stava succedendo. Rimasi allibito e andai subito da Attilio nel suo ufficio in municipio per chiedergli spiegazioni. Il rapporto con lui è sempre stato franco e dialettico e la discussione fu molto accesa da subito e andò avanti per un buon quarto d’ora, con Schneck che alzava la voce e batteva i pugni sul tavolo, dicendo che il sindaco era lui e che lui voleva quel trasferimento. Io pure ho alzato i toni, non ero disposto a cedere facilmente su quella che secondo me per la Lega era una questione di principio. Inoltre gli stavo portando le preoccupazioni del quartiere, ma non c’era verso”.

“Per me è molto difficile anche oggi – sottolinea ancora Bassan – tirar fuori quanto avvenne quel giorno, e non ne ho mai parlato per rispetto del partito in cui militavo, che è composto da un sacco di persone oneste e appassionate. Ma a un certo punto l’aggressività di Attilio divenne così alta che fui costretto a lasciare il suo ufficio. In corridoio c’era una persona che assistette a quanto avvenne. I thienesi avranno il sindaco che si meritano, ma li invito a riflettere bene a chi dare il proprio voto”.

Intanto, per tornare ai giorni nostri, il 7 giugno l’amministrazione Casarotto, preso atto della raccolta fondi avviata su Facebook dall’associazione in favore di quella che viene chiamata esplicitamente “moschea”, ha inviato una diffida, ricordando proprio il diniego del 2009 e il fatto che i centri religiosi devono essere collocati in zona F (per attività di interesse collettivo) e non in zona D e osservando che l’utilizzo del fabbricato come moschea “costituirebbe un cambio di destinazione d’uso non ammesso dalla disciplina urbanistica e quindi sarebbe da considerare a tutti gli effetti abusivo”.