Referendum sull’autonomia, i partiti si posizionano in vista del voto regionale di ottobre

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Zaia con la giunta regionale il giorno della firma del decreto di indizione del referendum sull'autonomia

“Si parte per un percorso che arriverà fino al 22 ottobre, nel giorno in cui i veneti potranno esprimersi dopo 151 anni dal plebiscito di annessione all’Italia”. Ad affermarlo è il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti a commento del decreto di indizione indizione del referendum consultivo per l’autonomia del Veneto che si celebrerà il 22 ottobre.“Finalmente i veneti possono per la prima volta decidere del loro futuro. Noi, come Consiglio regionale, a questo proposito, abbiamo fatto la nostra parte ad esempio con il nostro Osservatorio elettorale, le cui sezioni dedicate sono state aggiornate e rese utilizzabili per gestire un evento referendario. Siamo in realtà già in movimento da mesi, pronti non solo a ricevere l’esito del referendum dei veneti, ma a trasmetterne i risultati in Giunta regionale e a Roma. Da qui al 22 ottobre si svolgerà anche un’attività di informazione tesa a far comprendere come le cose possano cambiare. Ma soprattutto, sarà necessario che i veneti si sentano chiamati, quasi precettati alle urne perché con il referendum sull’autonomia si deciderà il futuro della nostra terra e dei nostri figli”.

Di parere opposto Stefano Fracasso, capogruppo Pd in consiglio regionale: “Zaia finisca di raccontare ai veneti che saremo come l’Alto Adige e inizi finalmente a cercare una strada veneta per l’autonomia. Ora che è finito il tempo delle carte, si apra un vero confronto per far sì che quello del 22 ottobre sia davvero il referendum dei veneti. Zaia continua a guardare all’Alto Adige, ma siamo davvero sicuri che sia quella l’autonomia che serve alla nostra regione? Non solo abbiamo una popolazione dieci volte maggiore, ma non è nemmeno tutto oro quello che luccica, visto che lì la sanità costa il 20% in più che da noi e che assieme le province autonome di Trento e Bolzano contano 9 mila dipendenti rispetto ai 2700 del Veneto. Se Zaia avesse affrontato seriamente la trattativa con il Governo ora saremmo qui a discutere su una proposta di autonomia concreta e sostenibile per i veneti”. “Non si perda ulteriore tempo – conclude Fracasso – e si abbia il coraggio di parlare dei contenuti. Altrimenti arriveremo al 22 ottobre parlando ancora e soltanto della bella favoletta dell’Alto Adige. Il Veneto merita di trovare il suo modello di autonomia”.

“Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale del Veneto sostiene convintamente il referendum che chiede maggiori forme di autonomia per la nostra Regione in quanto non ritiene che ci possa essere alcuna incompatibilità tra l’autonomia del Veneto e la salvaguardia del valore dell’unità nazionale. Il 22 ottobre voteremo e faremo votare sì” afferma il Consigliere regionale Sergio Berlato, coordinatore per il Veneto di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale.

Di appuntamento storico parla Jacopo Berti del Moviumento 5 Stelle, che lancia una sfida: “Il referendum per l’autonomia si farà, e noi ne siamo contenti. Ma perché non lo paghiamo con i soldi che potremmo risparmiare abolendo i vitalizi?”.

“Oggi abbiamo finalmente la certezza della data del referendum, che sarà il primo vero passaggio per entrare nel merito del percorso, pur articolato, che dovrà portare il Veneto a definire ulteriori forme di autonomia all’interno del perimetro previsto dalla Costituzione” afferma invece il gruppo consiliare di Forza Italia “Siamo da sempre convinti che la sussidiarietà sia garanzia di buona politica e buona amministrazione – sostengono Massimiliano Barison, Massimo Giorgetti ed Elena Donazzan – prova ne sia che nel 2001 fummo promotori della Riforma Costituzionale in chiave federalista del Governo Berlusconi, che purtroppo ottenne una approvazione solo nelle regioni di Veneto e Lombardia, le stesse che oggi, con i medesimi obiettivi, tornano a chiedere maggiore autonomia”.