Gentiloni all’Onu: focus su Libia, Corea, economia e clima

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Oggi è la giornata del premier italiano Paolo Gentiloni all’Assemblea dell’Onu al Palazzo di Vetro a New York. Nell’incontro odierno “ci dedicheremo alla questione Libia, c’è un vertice tra i principali leader e vedrò tra qualche minuto Serraj per preparare la riunione”. L’obiettivo è “proporre, chiedere, sollecitare alle Nazioni unite di tornare in forze in Libia. Ne abbiamo bisogno per il processo di pace, per stabilizzare il Paese e per la questione migratoria perché le condizioni dei rifugiati in Libia hanno bisogno di essere sorvegliate e migliorate sul fronte dei diritti umani. E nessuno meglio dell’Onu ci può aiutare”.
Gentiloni inoltre ha sottolineato come le strutture libiche di raccolta dei migranti “sono in alcuni casi vergognose e scandalose” per “migliorarle” serve una iniziativa “multilaterale” quindi non solo europea.
Il cambiamento climatico ha aggiunto ancora il premier italiano, “resta il terreno su cui si può provare se c’è realmente o no lo spirito multilaterale di collaborazione”.
In mattinata Gentiloni nel suo discorso al Dipartimento di italianistica della New York University, aveva anche commentato il discorso bellicoso fatto da Donald Trump poche ore prima all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: “Trump continua a mettere l’accento sulle necessità del proprio paese. Capisco la necessità di portare avanti la propria agenda e le critiche all’Onu. Però l’atteggiamento di Trump è stato meno aggressivo nei confronti delle Nazioni U nite di quanto ci si attendesse. Guterres sembrava molto felice. E resto comunque convinto che le crisi si risolvono solo con un approccio multilaterale. Per risolvere tensioni come quella nordcoreana serve l’impegno di più giocatori in campo. Il mondo ha bisogno delle Nazioni Unite”.
Sulla questione Brexit incontro domani a Palazzo Chigi con Michel Barnier, scelto dall’Unione Europea come negoziatore capo proprio per la Brexit per fare il punto della situazione, in particolare sul piano del metodo dopo le indiscrezioni trapelate oggi di un consenso britannico per un financial envelope, ovvero di un dossier finanziario per l’uscita dall’Ue che di per sé, “sarebbe un passo avanti anche se molto dipende dalla misura di questo passo”.
Infine la crisi nella penisola coreana che preoccupa tutti e il premier si chiede se le sanzioni saranno sufficienti a fermare l’escalation delle provocazioni del dittatore Kim Jong-un : “lo vedremo, però è un punto di partenza molto importante” ha commentato Gentiloni, sottolineando il ruolo fondamentale dell’Italia come mediatore nelle tensioni internazionali, ma sulla Nord Corea “non ci illudiamo sulla mediazione”, l’unica soluzione è il crescente isolamento di Pyongyang, ha concluso il presidente del consiglio.