Far rivivere l’opificio di Alessandro Rossi prima di restaurarlo: la sfida di FabbricAltra

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Il primo piano della Fabbrica Alta, recuperato e utilizzabile

C’è un monumento enorme nel centro di Schio, 30mila metri cubi in sei piani che un tempo ronzavano e rumoreggiavano dell’operato dei lavoratori tessili e dei telai. La Fabbrica Alta, eredità Lanerossi, è la memoria storica della città, ma dall’inizio degli anni ’90 è drammaticamente vuota. E in progressivo decadimento. Oggi il Comune e la fondazione Teatro Civico hanno presentato FabbricAltra: pensato assieme all’università di Venezia, il progetto punta a riempire di contenuti – teatrali e non solo – l’ex opificio, prima ancora di un restauro conservativo che, quando verrà realizzato, si limiterà all’indispensabile per garantire la sicurezza senza compromettere il fascino caratteristico del monumento dell’archeologia industriale. Il progetto FabbricAltra stamattina è stato presentato dal sindaco Valter Orsi, con il professore Fabrizio Panozzo dell’università Ca’ Foscari di Venezia e il presidente della fondazione Teatro Civico Silvio Genito: il primo piano della fabbrica è stato recuperato, nell’ultimo anno, nei limiti della messa in sicurezza e ora verrà “riempito” di contenuti teatrali e non, da qui a fine anno. Poi il Comune guarderà ai risultati dell’operazione, in vista degli sviluppi futuri.

Di seguito, la nota del Comune di Schio:

FabricAltra: Un percorso di rigenerazione culturale per riportare uno dei più importanti monumenti dell’archeologia industriale italiana al centro dell’attenzione della comunità locale. Non si restaura il corpo della Fabbrica se prima se non si è capito quale anima potrà avere. Per aiutare questa riflessione sono partite e continueranno delle “incursioni” culturali e artistiche pensate nella e per la Fabbrica con l’obiettivo di darle un’altra personalità, come presupposto indispensabile per attivare idee, proposte, energie per la sua rivitalizzazione.

La Fabbrica Alta di Schio è un edificio da tempo non più in uso, da quasi 50 anni si è fermata la sua attività produttiva. Ancora la sua imponenza, la sua dimensione, spiccano come un fuori scala nel tessuto urbano della città ricordando che lì è successo qualcosa di importante, l’edificio è un simbolo… ma di cosa? Ora che si sta spegnendo l’eco delle azioni e delle attività passate, ed anche le testimonianze dirette cominciano a venire meno, sfuma anche la conoscenza ed il significato del manufatto nel quadro della cultura e dell’identità cittadina. Nello stesso tempo un timore quasi sacrale impedisce di immaginarne un futuro altro, in cui la fabbrica torni ad avere un ruolo attivo nella vita della città, non solo una quinta muta di sfondo. Il percorso di rigenerazione culturale “FabricAltra” intende riportare la Fabbrica al centro dell’attenzione della comunità locale. Il progetto è coordinato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia – dipartimento di Management, per conto del Comitato Tecnico Scientifico per la rigenerazione della Fabbrica Alta, in collaborazione con il Comune di Schio e la Fondazione Teatro Civico. L’analisi del contesto portata avanti in questi mesi dal Comitato, affiancato dal supporto scientifico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – nel mandato del Comune di Schio di definire delle linee guida per il futuro del manufatto – ha guidato ad una conclusione preliminare ma cruciale: non si restaura il corpo della Fabbrica se prima se non si è capito quale anima potrà avere.
Per superare l’attuale situazione di una comunità quasi “rassegnata” allo stato di abbandono del manufatto, che fatica ad immaginarsi fruitore diretto di quello spazio, in attesa di salvifici interventi di non ben definiti soggetti ”altri” (pur riconoscendo nello stesso tempo che i progetti sinora proposto son falliti in quanto “calati dall’alto”), si ritiene necessario lavorare sulla visibilità dell’edificio affinché la comunità locale torni a percepirlo non solo come Luogo, ma come Luogo vivo in quanto potenzialmente attivatore di energie vitali. Ciò significa innescare una riflessione che coinvolga la popolazione, sviluppando un dialogo tra associazioni, professionisti, comunità e imprenditoria locale, in una nozione plurale di ri-generazione che porti il sito a divenire un luogo di riferimento per una molteplicità di soggetti e di motivi, in cui anche la memoria e la storia divengano stimolo per il futuro e non cristallizzazione del passato.
Per aiutare questa riflessione attraverso il progetto “FabricAltra” sono partite e continueranno delle “incursioni” culturali e artistiche pensate nella e per la Fabbrica con l’obiettivo di darle un’altra personalità, come presupposto indispensabile per attivare idee, proposte, energie per la sua rivitalizzazione. La partecipazione degli artisti al ripensamento della Fabbrica si dimostra fondamentale data la capacità che essi hanno di rilevare ciò che sfugge alla narrazione storica e alla rilevazione scientifica, e di superare la mera descrizione approdando direttamente alla capacità di far vedere e sentire le situazioni. A partire da maggio 2017 fino a fine dell’anno saranno avviate una serie di iniziative studiate specificatamente per questo luogo, che si svolgeranno sia sotto forma di percorso sul medio-lungo termine, che sotto forma di eventi non convenzionali mirati a risvegliare la curiosità della cittadinanza.
Le multiformi attività del progetto “FabricAltra” saranno accomunate e rese riconoscibili da una grafica e comunicazione online e offline studiata ad hoc, in cui saranno ricompresi anche tutti gli altri eventi autorizzati dal Comune di Schio nell’area interna o esterna alla Fabbrica. Ciò permetterà sia da una parte di comunicare con maggior forza alla cittadinanza l’obiettivo che sottende agli utilizzi anche diversi del luogo – nella traccia comunque di una direzione condivisa – dall’altra di mettere a sistema e fare rete tra soggetti del tessuto culturale di Schio, nell’ottica di una collaborazione più strutturata e a lungo termine.