Manifestazioni per l’Eccidio, Alto Vicentino Ambiente: in vista un consiglio comunale “caldo”

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A Schio quella di lunedì sarà una serata “calda”, almeno dalle parti di palazzo Garbin. E’ infatti in programma il consiglio comunale, con le opposizioni di centrosinistra (Pd e Tessiamo Schio) che portano in aula le polemiche sulle manifestazioni (e contromanifestazioni) viste nella ricorrenza dell’Eccidio e chiedono al sindaco Valter Orsi di impegnarsi perché non ci siano più “manifestazioni neofasciste” in città. Mentre in parallelo il Movimento 5 Stelle richiama l’attenzione su Alto Vicentino Ambiente (Ava, la società che gestisce l’inceneritore): per i grillini “si deve continuare nella direzione del ridimensionamento dell’impianto”.

L’appuntamento con le sedute consiliari è per lunedì e mercoledì sera alle 18.30. La mozione presentata da Marco Vantin (5 Stelle) è al punto 11: “La seconda linea dell’impianto d’incenerimento di Schio ha 26 anni di servizio – fa notare il consigliere comunale – e stranamente Ava non ha ancora presentato progetto futuro per questa linea (per esempio per la linea 1 si discusse e approvò il suo rifacimento dopo 24-25 anni di esercizio negli anni 2007-2008). Visto l’impegno preso dal sindaco di Schio con una mozione presentata dalla maggioranza ad inizio settembre 2014, chiediamo di continuare in quella direzione che prevede il ridimensionamento dell’impianto. Di fatto l’impianto, nato nel 1983 per servire i 31 comuni soci, anche senza seconda linea sarebbe più che sufficiente per servire le loro necessità”.

Segue la mozione di Carlo Cunegato, consigliere di Tessiamo Schio, il cui obiettivo è chiaro fin dal titolo: “Impedire altre manifestazioni nazifasciste a Schio”. Cunegato va all’attacco del “revisionismo storico, inaccettabile e pericoloso tentativo di mettere sullo stesso piano i partigiani, che hanno lottato per liberarci da un regime totalitario, e i fascisti, che questo regime lo hanno costruito” e dell’assessore veneto al Lavoro Elena Donazzan: “Sentire l’assessore regionale Donazzan, un rappresentante delle istituzioni, parlare di “retorica della resistenza” dovrebbe innescare una feroce critica da parte di tutti i sottoscrittori del patto”. Il riferimento va all’intesa di Concordia civica siglata fra Comune, Anpi ed eredi dei 54 uccisi nell’Eccidio di Schio che da qualche anno permette lo svolgimento di una messa in Duomo nella ricorrenza. Il consigliere di sinistra attacca anche la stampa: “La stampa ormai rappresenta gli antifascisti nel migliore dei casi come degli estremisti, nel peggiore come dei balordi. Questo ci dà l’idea dell’apocalisse culturale che stiamo attraversando”. Ma soprattutto critica quanto accaduto nell’ultima ricorrenza, il 7 luglio scorso, quando due schieramenti di opposta ideologia si sono confrontati (a distanza) davanti al Duomo e alcuni militanti di estrema destra sono stati poi denunciati per aver fatto il saluto romano. Per Cunegato il sindaco Valter Orsi e la Giunta devono impegnarsi perché non si svolgano più manifestazioni di estrema destra a Schio: “Non possiamo più accettare la presenza di fascisti a Schio. Dopo la messa del 7 luglio ben 70 persone della destra radicale, tra cui esponenti di Casa Pound e di Veneto Skinhead, hanno sfilato per la città e davanti alle ex carceri del Baratto hanno esibito inaccettabili saluti romani. Questo non deve più accadere”.

Analogo il tema dell’ordine del giorno inserito come ultimo punto nella discussione, proposto in aula dal Partito Democratico. I consiglieri del Pd richiamano la “Dichiarazione sui valori della concordia civica” approvata nel 2005 dall’allora amministrazione comunale, i partigiani e gli eredi delle vittime. Per i consiglieri di minoranza il patto sopra citato dichiara ”vogliamo fin d’ora che non vi sia – né in luglio, né mai – alcuna manifestazione di stampo nazi-fascista, e non riconosciamo a nessuno che pratichi ancora quella ideologia la legittimità di parlare in nostro nome di coloro che furono colpiti nelle carceri di Schio il 7 luglio del 1945”. Inoltre, gli esponenti del Pd ricordano che “nelle settimane antecedenti l’anniversario dell’eccidio il sindaco ha partecipato ad un incontro con il prefetto ed il questore assieme all’associazione famigliari delle vittime e alle associazioni partigiane (Anpi e Avl) durante il quale è stato chiesto unitariamente che le manifestazioni neofasciste fossero vietate, nel rispetto della Costituzione e delle leggi in materia (“Scelba” e “Mancino”)”. E nonostante questo, riporta il testo dell’odg, “anche quest’anno i fascisti e neofascisti hanno hanno manifestato la loro presenza e appartenenza in numero considerevole anche la sera del 7 luglio marciando dal Duomo fino alla biblioteca, lungo via Capitano Sella, con saluti romani e con bandiere e manifesti che richiamano il regime fascista”. Per questi motivi anche il Pd chiede al sindaco Orsi “di impegnarsi anche con atti pubblici e formali ed in tutti i livelli istituzionali, affinchè nè oggi nè mai siano autorizzate e realizzate manifestazioni o iniziative di stampo fascista e neonazista in contrasto con quanto sottoscritto nella “Dichiarazione sui valori della concordia civica”, unico documento che la nostra città riconosce per commemorare e ricordare l’avvenimento dell’eccidio del 7 luglio 1945″.