Parigi-Dakar conclusa a 65 anni per il pilota Franco Picco, star per passione e longevità

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Una bella immagine del pilota vicentino giunto al traguardo a 65 anni di età

Altra sgasata d’applausi per Franco, il “vicentino d’Africa”. Il suo “picco” di carriera lo raggiunge e lo migliora ogni volta che si presenta al nastro di partenza della Parigi-Dakar primo in classifica per il coraggio, la determinazione e il carattere, oltre alla longevità che lo contraddistinguono. Ma per il pilota veneto e vicentino Franco Picco l’apice più alto e memorabile della sua carriera è stato forse assaggiato al traguardo dell’edizione 2021, nonostante i successi e i podi raggiunti negli anni ’80. Con il numero 65, chiesto e ottenuto, stampato sulla sua moto. Una leggenda nel settore.

Tagliato proprio a 65 anni di età, dopo aver corso – su una moto Husqvarna FR450 Rally – il suo debutto assoluto è datato 1985, a conti fatti ben 36 anni fa. Un appuntamento fisso fatta qualche fisiologica eccezione, che non smette di regalare adrenalina nel serbatoio di emozioni a cui l’intramontabile Picco attinge a mani basse ogni qualvolta si presenta al via.

Il più delle volte alzando le braccia al cielo al traguardo finale, qualche volta con l’occhio lucido nonostante la sabbia dei deserti, quest’anno raggiunto con un encomiabile 43° posto in graduatoria, alla faccia degli “anta” abbondantemente scollinati e delle condizioni al limite dello sport estremo in cui si corre l’itinerante Paris-Dakar. Un marchio storico del raid che in realtà ha fatto da giramondo in più latitudini. Il mitico pilota vicentino in una gara a livello mondiale ha corso al fianco – e qualcuno mettendolo alle spalle – a tanti ragazzini dell’età dei figli – si è iscritto nella sua categoria strong denominata “motul”, dedicata a chi salta in sella senza un’èquipe di assistenza di meccanici al seguito.

Tanta stanchezza alla fine, la difficoltà dei trasferimenti, gli sbalzi termici, le sollecitazioni dei terreni sconnessi, e la vita in tenda. Ostacoli extra per chi, almeno tra i coetanei meno sportivi, preferisce l’orticello o il divano e un buon libro o la tv. Con un pizzico della tipica sfrontatezza dei 20 anni “percepiti” all’ombra dall’over 60 di Vicenza, Picco è stato ancora una volta capace di adattarsi a qualsiasi terreno e clima pur di portare a termine l’ennesima impresa. Per la precisione, quella recente è stata la 30esima nella corsa di rally più celebre al mondo, vissute sia al volante di auto da rally che di motociclette e perfino quad.

Franco Picco ha vinto la sua maratona, offrendo una performance di alto livello con lucidità disarmante e fisico allenato che ha tenuto testa alle asperità, sostenuto da famiglia, amici di sempre e non di meno dai necessari sponsor che gli hanno permesso di vivere un’altra avventura, con in testa il marchio CLM1978 sviluppato da Tessile Fiorentina. Aggiungendo al suo palmares di raid motociclistici ormai tendente all’infinito un altro nastro di traguardo, con tanto di record di longevità tanto difficile da eguagliare quanto ancora aperto a possibili partecipazioni future e quindi “ritoccabile”. Un senso di realizzazione mista a gioia pari a quella provata negli anni ’80 quando da pilota “pro” vince due Rally dei Faraoni (nel 1986 e nel 1990) e maturò piazzamenti di prestigio in altre corse di fama internazionale, Dakar compresa con due secondi posti assoluti. “È una grande soddisfazione – ha dichiarato il pilota alla fine dell’impresa -. All’arrivo dell’ultima speciale ho lanciato un urlo di gioia e mi sono commosso”.