Oltre il 25 novembre: il grido di Wall of Dolls per le vittime dimenticate

“Che sia ogni giorno il 25 novembre”. Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne il mondo si ferma per sensibilizzare e prendere posizione. Dietro terribili statistiche che raccontano di femminicidi, aggressioni, figli che rimangono orfani, abusi e botte, c’è il dramma di donne che non ci sono più, che non possono realizzare un sogno, spesso morte con la consapevolezza di lasciare bambini senza madre.

Per provare a trasformare il dolore in un grido che non può essere ignorato, a Milano e in altre città il “Muro delle bambole” ha un impatto visivo straziante. La presidente è Francesca Carollo, thienese, giornalista di Mediaset, che con la cantante Jo Squillo ha fondato la Onlus “Wall of dolls”, per rompere il muro dell’indifferenza.

“La violenza di genere non ha colore, nè età, non ha classe sociale, non ha geografia, è una piaga trasversale che attraversa il nostro paese e i cuori di tante donne – sottolinea Francesca Carollo –. Ancora oggi i numeri che ci raccontano la violenza sulle donne sono drammaticamente alti perché una donna su tre ha subito un qualsiasi tipo di violenza nella sua vita. Numeri inaccettabili in una società evoluta, in democrazia, in un paese civile. Da 12 anni mi occupo di diffondere una cultura della non violenza, di aiutare e sostenere le donne che vogliono uscire da una spirale che le vede sopraffatte, violate, abusate”.

Wall of Dolls esiste da oltre 10 anni
“Con la mia cara amica Jo Squillo – spiega la giornalista – abbiamo fondato “Wall of Dolls” (il Muro delle Bambole), con l’obiettivo principale di aiutare i figli che rimangono. Facciamo manifestazioni, serate, documentari; siamo convinte che un bullo in meno oggi a scuola sia un violento in meno domani. Realizziamo raccolte fondi, anche per quelle vittime che troppo spesso sono dimenticate dallo stato, non solo per gli orfani dei femminicidi. Abbiamo acquistato anche molte creme per le donne che sono state sfregiate dall’acido, perché lo Stato le considera ad uso estetico. E’ incredibile, difficile veramente da accettare, eppure è così. E queste donne non vengono aiutate. Il nostro ultimo documentario ‘Figli del femminicidio’ ha girato l’Italia”.

Francesca Carollo nella sua attività di giornalista ha avuto a che fare con molte storie di cronaca nera ed è entrata nella vita di alcune vittime e di loro famigliari. Sa di cosa parla quando si parla di violenza sulle donne. “Il lavoro culturale va fatto in particolare sui giovani, che sono gli uomini e le donne di domani. E oltre alla violenza fisica e psicologica e morale, c’è anche la violenza economica che gioca un ruolo chiave, molte donne non denunciano perché non hanno i soldi per sopravvivere. Ecco perché è importante sostenere le donne con attività che permettano loro di imparare un lavoro, di emanciparsi, di poter essere libere. La mia battaglia e quella di Wall of dolls non è solo il 25 novembre ma è un impegno quotidiano, fatto di una rete di tante donne che come noi vogliono credere in un mondo migliore”.

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