Quarantena violata, caos al centro medico. 30enne denunciato per epidemia colposa

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Forze dell'ordine in tenuta anti Covid attendono all'esterno del centro medico (foto da pagina Facebook "Sei di Montecchio")

Ci sono voluti i carabinieri e gli infermieri “in tenuta anticontagio” per riportare la calma dopo le 17 ieri al centro di medicina integrata Cemar di Alte Ceccato (Montecchio Maggiore), dopo che un 30enne si è presentato in cerca del proprio dottore – a riposo ieri – violando il regime di isolamento obbligatorio a cui era ancora sottoposto. In quanto risultato positivo ai tamponi e, quindi, fino a prova (di laboratorio) contraria potenzialmente infettivo.

In quel momento nella struttura di via Volta erano presenti alcuni operatori e una decina di utenti: nessuno avrebbe avuto contatti a distanza ravvicinata con il contagiato, ma toccherà all’ufficio di Igiene e Prevenzione dell’Ulss 8 Berica valutare caso per caso. Anche se i rischi rasentano probabilmente lo zero, trattandosi di persona asintomatica e rimasta a debita distanza. L’emergenza è poi rientrata nell’arco di un paio d’ore.

Il giovane uomo di origini straniere intorno alle 17.15 di ieri si era presentato di persona presso il centro medico e prelievi di via Vinci, prendendo posto in sala d’attesa e rifiutando testardamente di andarsene alla notizia dell’assenza del suo medico curante. Al personale del centro, una volta venuto a conoscenza della situazione sanitaria personale dell’uomo, non è rimasto che rivolgersi ai carabinieri. Per poi attivare il protocollo di sicurezza che prevedeva l’isolamento di sala d’attesa e ambulatorio, l’evacuazione dei presenti (tutti registrati) per poi provvedere alla sanificazione profonda dei locali dove il soggetto, al limite dello stato confusionale secondo alcune testimonianze, aveva sostato in quei concitati minuti. Che hanno suscitato comprensibile panico tra i presenti, come facile immaginare.

I militari della stazione di Montecchio Maggiore sono riusciti a convincere il recalcitrante a uscire dallo stabile, per poi essere affidato a un’ambulanza del Suem che lo ha trasportato al San Bortolo per controlli sanitatri. Dopo il trasferimento forzoso in ospedale, il 30enne faràrientro nell’abitazione indicata da lui stesso come luogo dove smaltire la malattia, non prima di avergli notificato l’accusa del reato di epidemia colposa. Le forze dell’ordine non hanno reso note le generalità nè altri dati sensibili del denunciato, ad oggi formalmente da ritenersi malato.

A suo dire, secondo le indiscrezioni raccolte sul posto, si sentiva bene, non aveva accusato alcun sintomo e pretendeva un documento di via libera per poter far rientro sul posto di lavoro, che temeva di perdere per la prolungata assenza. All’interno del centro medico e gruppo assistenziale si è provveduto ad applicare correttamente le misure previste e completare le procedure di sanificazione, consentendo la riapertura regolare nella mattinata odierna, dopo il via libera delle autorità sanitarie.