Un nuovo apparecchio Tac al S. Bassiano. Zaia taglia il nastro e… le fake news sulla sanità

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L'inaugurazione della nuova sala Tac stamattina al S. Bassiano

Un investimento da oltre mezzo milione di euro che consentirà di snellire i tempi di attesa per gli esami clinici Tac (tomografia assiale computerizzata) usufruendo del top di gamma tecnologico disponibile. Accuratezza e velocità d’indagine garantiti, così come per una una miglior tutela della salute del paziente in virtù della minor esposizione alle radiazioni.
A tagliare il nastro inaugurale della nuova e moderna apparecchiatura sanitaria, stamattina all’interno della diagnostica dell’ospedale di Bassano, il governatore della Regione Veneto Luca Zaia accompagnato dal commissario dell’Ulss 7 Bortolo Simoni e dall’assessore alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin, tra l’altro “bassanese doc”.

Il costo del dispositivo installato nelle scorse settimane si aggira sui 567 mila euro, finanziati per intero dall’ente regionale. All’azienda Ulss 7, invece, sono toccati gli oneri di installazione dell’impianto, pari a circa 50 mila euro. Si tratta, sotto l’aspetto tecnico, di una nuova Tac a 128 strati di ultimissima generazione, che consente di velocizzare le procedure di rilevazione dati e nel contempo di migliorare il livello di sicurezza della persona sottoposta ad accertamenti, riducendone il tempo di esposizione ai raggi X. Basti pensare che, ad esempio, grazie alla tecnologia avanzata un bambino in età prescolare potrà essere esaminato in 0,6 secondi.

Dati alla mano, nell’anno 2018 all’ospedale di Bassano del Grappa sono state effettuate 18.743 Tac. E con la nuova apparecchiatura, che affiancherà quella operativa da tempo, il servizio si amplierà con riduzione significativa dei tempi d’attesa. “Con questa nuova dotazione – commenta il commissario Bortolo Simoni – si conferma ancora una volta la vocazione dell’ospedale San Bassiano come struttura ad alta tecnologia. Un impegno verso l’innovazione che non è mai fine a se stesso, ma tiene sempre in primo piano il benessere dei pazienti. Con questa apparecchiatura in particolare potremo effettuare diagnosi più efficaci e in tempi più rapidi, il tutto in piena sicurezza».

Dall’occasione di festa sono emersi vari spinti che riguardano la sanità regionale, con il governatore a spaziare su più temi e puntando il dito contro le sistematiche “fake news” che la riguardano. “In giro se ne sentono di tutti i colori: si sente che Bassano viene ridimensionato, che Asiago chiuderà, che l’Ulss Pedemontana verrà eliminata. False notizie. La verità è che, qui come altrove, e come oggi con questa Tac, continuiamo a investire in tecnologie (70 milioni di euro l’anno nel Veneto) e organizzazione, che questa è una delle nove Ulss della riorganizzazione e tale rimarrà, che Asiago verrà sviluppato con la conclusione di tutti i progetti in corso, che Bassano e Santorso non sono e non devono sentirsi in competizione, perché sono due strutture valorizzate dalla programmazione e che, con Asiago, non solo rimarranno, ma potranno anche crescere”.

“Lo scenario, qui come altrove – ha continuato Zaia – è di progresso, di novità tecnologiche, di nuova organizzazione basata sempre di più sulle alte specialità, sulla specializzazione degli ospedali, sulle elevate tecnologie e professionalità, che aiutano tantissimo sul fronte della deospedalizzazione; e chi è contento di stare in ospedale anche un solo minuto in più del necessario per guarire, alzi la mano. Chi pensa che la foto della
sanità veneta di oggi, che testimonia di qualità elevata, sia buona fra dieci anni, si
sbaglia di grosso. In sanità, che si ferma in realtà arretra, e noi non abbiamo nessuna
intenzione di dormire sugli allori.”.

“La carenza dei medici – ha concluso il Presidente del Veneto – ha cause nazionali che
vengono da lontano: dal numero chiuso nelle università, che crea la strozzatura a 19
anni senza lasciare ai ragazzi la possibilità di far vedere il loro valore con gli esami;
alla carenza di borse di studio di specialità, senza la quale un laureato non può fare il
medico. In Veneto stiamo rispondendo sia con un intervento emergenziale, come la ricontrattualizzazione di medici pensionati, sia con una previsione strutturale: assumere negli ospedali pubblici gli specializzandi degli ultimi due anni per inserire forze fresche e giovani e farle crescere in corsia, con la guida dei colleghi più esperti”.