Floyd, 3 capi d’accusa all’ex agente. In Ohio un poliziotto spara ad una 16enne afroamericana

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Si è concluso con ben tre capi d’accusa il processo all’ex poliziotto Derek Chauvin per l’omicidio di George Floyd avvenuto a Minneapolis il 25 maggio dell’anno scorso: ora l’agente rischia fino a 40 anni di carcere per omicidio colposo, di secondo grado preterintenzionale e di terzo grado. E’ lui secondo i giudici il colpevole della morte dell’afroamericano 46enne avvenuta per soffocamento dopo che Chauvin gli premette il suo ginocchio sul collo per 9 lunghissimi minuti impedendogli così di respirare.

Il verdetto è stato accolto con applausi e cori dalla grande folla di persone che si era riunita fuori il tribunale con scene simili in molte altre città degli Stati uniti.
Ben Crump, uno dei legali della famiglia Floyd ha dichiarato: “La giustizia guadagnata dolorosamente è arrivata per la famiglia di George Floyd e la comunità qui a Minneapolis, ma il verdetto di oggi va ben oltre questa città e ha implicazioni significative per il Paese e persino per il mondo. Questo caso è un punto di svolta nella storia americana per la responsabilità delle forze dell’ordine e invia un messaggio chiaro che speriamo venga ascoltato chiaramente in ogni città e in ogni Stato”.
Anche il presidente Joe Biden si espresso in merito alla sentenza: “Abbiamo compiuto un passo in avanti contro il razzismo sistemico che è una macchia per l’anima del nostro Paese”, ma poi ha aggiunto che bisogna fare molto di più, anche se la decisione odierna può rappresentare un cambiamento significativo. Biden ha poi lanciato un appello all’unità e ad evitare ogni tipo di violenza.
Intanto poco prima che venisse annunciato il verdetto a Columbus in Ohio un agente di polizia ha ucciso a colpi di arma da fuoco una 16enne afroamericana armata di coltello. In un video registrato dalla bodycam dei poliziotti, si vede la ragazza minacciare con un’arma da taglio una donna, fuori da un’abitazione: il poliziotto fa qualche passo verso le persone, urla e poi spara quattro volte. Un uomo che era nelle vicinanze urla: “Non dovevi spararle, è una ragazzina!” e l’agente risponde: “Aveva un coltello, l’ha aggredita”. A quel punto centinaia le persone hanno iniziato a manifestare fuori dalla sede della polizia, scandendo slogan, come “Say her name” (dì il suo nome) e: “Era una ragazzina”. Gli agenti hanno respinto i dimostranti e minacciato di usare contro di loro spray urticante.