Gerusalemme, scontri nella Spianata delle Moschee

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La calma sembra essere tornata nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme dopo gli incidenti di stamane tra fedeli islamici e polizia israeliana. La folla, secondo fonti locali, sta lasciando l’area. Nella vicina Spianata, antistante il muro del Pianto, migliaia di fedeli ebrei celebrano oggi i riti del digiuno del 9 del mese di Tisha B’Av, che ricorda la distruzione del Tempio di Gerusalemme.

 

Gli scontri, ricostruisce il sito del quotidiano israeliano Haaretz, sono cominciati quando gli ebrei sono saliti per pregare al Monte del tempio, mentre i musulmani avevano appena finito la preghiera nella Moschea di Al Aqsa, che si affaccia sulla stessa Spianata. Ieri il consiglio islamico Waqf aveva annunciato che oggi sarebbero rimaste chiuse tutte le moschee di Gerusalemme con la sola eccezione di quella di al Aqsa. E la polizia israeliana aveva interdetto agli ebrei l’accesso alla Spianata a causa del “potenziale ad alta frizione” con i fedeli musulmani.
Gli scontri sono scoppiati intorno alle 9:30, dopo che i fedeli avevano finito di pregare. Le forze di polizia avrebbero sparato granate stordenti e bombolette di gas lacrimogeni, dopo aver affermato che i fedeli hanno iniziato a lanciare oggetti contro gli ufficiali e a urlare “slogan nazionalistici”. La Mezzaluna Rossa palestinese ha detto di aver evacuato 14 palestinesi feriti negli ospedali vicini. La polizia ha riferito di 4 agenti leggermente feriti negli scontri.

Un alto funzionario israeliano ha spiegato che l’ingresso al Monte del Tempio è determinato dalla valutazione della polizia sulla situazione, e ha sottolineato che l’Ufficio del Primo Ministro non ha ordinato di chiuderlo. La decisione della polizia è stata aspramente contesta da esponenti della destra nazionalista. Il ministro dei trasporti Bezalel Smotrich l’ha definita “una resa al terrorismo dei facinorosi” e ha fatto appello al premier Benyamin Netanyahu affinché chiuda la Spianata ai palestinesi nei prossimi giorni.