Gilet gialli: oggi in Francia sfilano le donne contro il governo Macron

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Una nuova manifestazione di protesta dei gilet gialli, dopo la prima del 2019 ieri, svoltasi dopo le concessioni fatte dal governo Macron prima di Natale. La protesta era iniziata il 17 novembre scorso quando 290mila gilet gialli erano scesi in piazza per protestare contro i rincari della benzina voluti dal presidente francese. Oggi le proteste hanno coinvolto circa 25mila manifestanti in tutto il Paese.

Oggi è la giornata delle donne. Un migliaio si sono ritrovate in place de la Bastille e hanno percorso tutto boulevard de Beaumarchais fino a place de la République. Due chilometri per quello che è il primo corteo delle donne dei gilet gialli. Molte donne avevano il berretto frigio in testa, quasi tutte impugnavano palloncini gialli. Alla Bastiglia hanno attraversato la piazza fermando il traffico e cantando poi la Marsigliese in piedi sui gradini dell’Opera Bastille.
Le donne sono scese in piazza per fare sapere che anche loro pagano lo scotto della crisi. “Siamo noi che paghiamo spesso più degli uomini le scelte del governo. Macron ci disprezza e noi rispondiamo così”, urlano in corteo.

Ieri intanto è stata ancora una giornata di scontri a Parigi: una quindicina di persone vestite di nero, alcuni con il gilet giallo, si sono impadroniti di una ruspa da cantiere usandola come ariete contro il portone del ministero per i Rapporti con il Parlamento.

Durante la giornata di ieri la polizia francese ha usato i lacrimogeni contro un gruppo di gilet gialli che tentava di passare sul ponte pedonale che attraversa la Senna, il “Leopold Sedar Senghor” nei pressi dell’Assemblea nazionale. Diversi manifestanti sono poi rimasti feriti davanti al Museo D’Orsay a Parigi. Secondo i manifestanti, i feriti sono stati colpiti dalla polizia con i cosiddetti “flash ball”, proiettili non letali, mentre si trovavano nei pressi di un barcone in fiamme sulla Senna. Un ristorante galleggiante è stato incendiato

“Ancora una volta una violenza estrema ha attaccato la Repubblica, i suoi guardiani, i suoi rappresentanti e i suoi simboli” ha commentato il presidente Macron via Twitter. “Coloro che commettono queste azioni dimenticano il cuore del nostro patto civile. Sarà fatta giustizia” ha aggiunto, ricordando l’importanza del dialogo.

Anche Castaner, il ministro dell’Interno francese è intervenuto dopo gli episodi di violenza appellandosi a “responsabilità e rispetto del diritto” e ha convocato al ministero i rappresentanti delle forze di sicurezza per un aggiornamento sulla situazione.

Ma perché protestano i gilet gialli? Dopo la cancellazione dei rincari sul carburante, i gilet puntano al riconoscimento del “Ric”, un referendum di iniziativa civica che, si declina in quattro versioni: un Ric abrogativo, per permettere al popolo di abrogare una legge; un Ric revocatorio, per poter “revocare l’incarico a qualsiasi responsabile politico, il presidente, un ministro, un deputato o un consigliere”; un Ric legislativo, per dare al popolo il potere di proporre un testo di legge; un Ric costituente, per consentire di emendare la Costituzione, o addirittura di cambiarla. Secondo i gilet gialli, soltanto dei referendum di questo tipo permetterebbero al popolo di “riconquistare la propria sovranità”.

Tuttora in carcere restano 216 gilet, arrestati tra il 17 novembre e il 17 dicembre. Eric Drouet, uno dei leader, dovrà invece presentarsi in tribunale il 14 febbraio.