Il viaggio storico del Papa in Iraq: “Vengo a implorare perdono e riconciliazione dopo anni di guerra”

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L’aereo, un Airbus A330, con a bordo Papa Francesco è decollato alle 7.45 dall’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma alla volta di Baghdad. “E’ stato applicato uno speciale protocollo sanitario”, assicurano da Alitalia. Quanto alla presenza di eventuali rafforzi da parte delle forze occidentali, presenti in Iraq, dal Vaticano fanno sapere che la sicurezza è sempre nelle mani del Paese ospitante che decide come organizzarla al meglio. Papa Francesco molto probabilmente si muoverà con un’auto blindata.

“Nel momento in cui lascio Roma per recarmi in Iraq come pellegrino di pace e di fraternità tra i popoli, mi è gradito rivolgere a lei signor Presidente il mio deferente saluto che accompagno con fervidi auspici di serenità e prosperità per il caro popolo italiano” dice Papa Francesco nel telegramma al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.Un viaggio storico che il Pontefice ha fortemente desiderato e che ora realizza sfidando pandemia e sicurezza. “Finalmente sarò tra voi. Desidero tanto incontrarvi, vedere i vostri volti, visitare la vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà”, ha detto in un videomessaggio al popolo iracheno a poche ore dalla partenza. Una visita all’insegna della pace e della speranza. Un viaggio pastorale ma anche politico: “Vengo come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”.

Ai cristiani, che hanno sofferto in questa terra una dura persecuzione per mano dell’Isis il Papa rilancia la via del dialogo: “In questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa. Da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino. Oggi sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace!”.
Durante i quattro giorni di soggiorno in Iraq, saranno sette in totale i discorsi pronunciati da Bergoglio con presenze centellinate; l’unico appuntamento con più persone, circa 10mila, si terrà nello stadio di Erbil, in Kurdistan, dove domenica il Papa celebrerà la Messa. Una “visita storica”: con queste parole il governo iracheno annuncia l’arrivo di Papa Francesco. Il presidente della Repubblica Barham Salih ha affermato che la visita contribuirà a rafforzare i valori di tolleranza e pace a livello globale, non solo in Iraq, aggiungendo che il viaggio di Papa Francesco in Mesopotamia sarà un messaggio di pace per gli iracheni di tutte le religioni e contribuirà ad affermare i nostri valori comuni di giustizia e dignità”. Il Primo Ministro Mustafa Al-Kadhimi ha affermato che la visita del Papa contribuirà a consolidare la stabilità e aiuterà a promuovere uno spirito di fratellanza in Iraq e in tutta la regione.

Il programma: oggi il Papa sarà a Baghdad per incontrare il premier Mustafa Al-Kadhimi e i diplomatici, con la cerimonia di benvenuto al Palazzo presidenziale della capitale, dove il pontefice vedrà anche il presidente della Repubblica Barham Salih. Successivamente il Papa sarà con i vescovi e i sacerdoti nella Cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza. Domani il trasferimento a Najaf, la città santa dei musulmani sciti, per il confronto con l’ayatollah Sayyid Ali Al-Husaymi Al-Sistani, prima del volo a Nassiriya, dove si terrà un incontro inter-religioso nella Piana di Ur, quella che Givoanni Paolo II avrebbe dovuto visitare nel viaggio che Papa Wojtyla non fece mai. Domenica il trasferimento a Erbil, dove lo aspetteranno le autorità religiose e civili della regione autonoma del Kurdistan iracheno. Poi il Papa andrà a Mosul, dove pregherà per le vittime della guerra. Altra tappa a Qaraqosh, dove Bergoglio farà visita alla comunità cristiana locale e con i fedeli reciterà l’Angelus. Ritorno a Erbil nel pomeriggio per la messa nello stadio Franco Hariri, prima del rientro a Baghdad. Lunedì la cerimonia di congedo all’aeroporto di Baghdad, prima del rientro previsto in tarda mattinata all’aeroporto militare di Roma Ciampino.