Catania, la piccola Elena uccisa dalla madre con 11 coltellate

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L’autopsia sul cadavere della piccola Elena ha rivelato particolari macabri e raccapriccianti. Sono stati undici i colpi inferti dalla madre Martina Patti sul corpo della bimba di 5 anni uccisa nel Catanese. L’arma non è stata trovata dai carabinieri, ma, sarebbe compatibile con un coltello da cucina. La vittima non è morta subito, bensì solo dopo il fendente letale che ha reciso i vasi dell’arteria succlavia.

Il momento della morte. L’omicidio sarebbe avvenuto un’ora dopo il pasto che la bambina aveva consumato a scuola intorno alle 13. Ci vorrà ancora qualche giorno, invece prima di conoscere l’esito completo dell’esame autoptico. Ricordiamo che la 23enne nei giorni scorsi ha confessato il delitto dopo avere simulato un sequestro di persona e spiegando di aver fatto tutto da sola.

Altri accertamenti. Gli inquirenti ora vogliono capire se l’arma del delitto utilizzata sia solo il coltello con il quale la donna ha ammesso di avere colpito la figlia, oppure abbia usato anche altro. Tra gli accertamenti richiesti dalla Procura figura inoltre l’esame tossicologico per sapere se la bimba sia stata sedata prima di essere uccisa.

Il mistero del movente. Al momento si ipotizza gelosia o desiderio di vendetta contro il marito. Nel frattempo, la Procura di Catania ha confermato l’accusa di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere. Per gli investigatori infatti non c’è ombra di dubbio sul fatto che la donna abbia organizzato tutto prima di accanirsi mortalmente con un coltello sul corpo della piccola Elena.

Dettagli fondamentali. La storia inventata del sequestro da parte di tre uomini armati e incappucciati è per gli inquirenti una prova, così come lo è l’essersi procurata, prima di andare a prendere la piccola in asilo, una zappa e una pala per scavare una buca dove nascondere il corpicino di sua figlia. Intanto, il gip ha convalidato il fermo di Martina Patti.