Coronavirus, l’Iss: “Rt oltre 1 in tutte le regioni, necessario individuare gli asintomatici”

L’incremento giornaliero di nuovi contagi da Coronavirus in Italia aumenta rapidamente. L’ultimo bollettino della Protezione civile e del ministero della Salute conta +21.944 nuovi positivi e +221 morti che, se aggiunti agli altri già registrati finora, fanno in totale 21.994 attualmente positivi e 37.700 morti da inizio epidemia.

Ecco perché, secondo l’Istituto superiore di Sanità, intercettare gli asintomatici diventa molto importante: “Individuare le persone portatrici del virus è la prima frontiera per fermare l’infezione”, ha spiegato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, intervenendo in audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato.

“Bisogna tenere la curva dei nuovi contagi sotto una certa soglia, facendo in modo che le persone identificate come positive si possano tracciare – ha proseguito Brusaferro -. È importante continuare a tracciare i positivi, senza mollare la presa: se il numero è eccedente e non si può più fare, si adottano misure per ridurre il numero dei positivi sotto la soglia”. L’epidemia – ormai un’evidenza – è al momento “largamente diffusa in tutta l’Italia e non più localizzata”.

L’indice di trasmissione del contagio Rt, dalla cui analisi si può comprendere quanto veloce si sta diffondendo il virus nel nostro Paese, offre gli elementi per capire quanto seria sia l’impennata di contagi che tutta l’Italia sta vivendo: tutte le regione hanno un Rt superiore a 1 e molte realtà – evidenzia l’Iss – lo superano ampiamente”. Siamo arrivati fin qui, ha spiegato ancora Brusaferro in Senato, dopo un periodo estivo “con numeri limitati e un periodo settembrino in lieve e progressivo aumento, che ha avuto il suo picco nelle ultime due settimane”.

Quanto all’età mediana delle persone infettate, Brusaferro ha spiegato come si sia molto abbassata e oggi sia ormai intorno ai 40 anni mentre nel corso della prima ondata, nel periodo di picco a marzo, l’età media era di 60-70 anni. Degno di nota è anche il fatto che durante il periodo estivo sia scesa ulteriormente fino a 30 anni. Il professore ha poi parlato degli anticorpi monoclonali come di un’arma davvero utile che potrebbe in un futuro prossimo rappresentare una svolta decisamente positiva, specie per i pazienti più gravi.

“La disponibilità di anticorpi monoclonali sarà uno strumento molto importante e potente – ha detto Brusaferro -. C’è anche una produzione italiana, oltre a quella americana, che darà risultati nel prossimo anno. Quando saranno disponibili – ha concluso – la possibilità di trattare pazienti con determinati livelli di gravità consentirà di avere delle prognosi molto più favorevoli”.