Covid-19: c’è incertezza sulle riaperture il 7. Scuola in presenza al 50% per tutto gennaio

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Tanta incertezza sulle riaperture previste per il 7 gennaio. Molto probabilmente, torneranno le fasce nelle Regioni, ma tecnici e governo devono decidere il colore tra giallo, arancione e rosso. Intanto, le Regioni chiedono all’Iss di cambiare i parametri per gli indicatori in base ai quali si stabiliscono le zone. Tra questi, anche un diverso metodo di calcolo di tamponi antigenici e molecolari. Intanto torna a salire l’indice Rt, a 0,93 nella media delle Regioni.

Nel frattempo nel nostro Paese si registra una lenta decrescita della curva del contagio, ma con l’Rt in aumento e  il tasso di positività al 14,1%, ancora in aumento. Con questi dati una parte del Paese, allo scadere del decreto di Natale, il 6 gennaio, potrebbe finire nuovamente in zona rossa o arancione: a rischiare per ora sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, ma anche Puglia, Basilicata e Lombardia.

Intanto il primo bollettino del nuovo anno registra 22.211 nuovi casi e 462 vittime in 24 ore. Le persone attualmente positive al Covid in Italia salgono per il secondo giorno consecutivo (sono 574.767) e resta stabile il numero delle terapie intensive occupate.

In attesa che il prossimo report sciolga ulteriormente i nodi, è lo stesso presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, a invitare alla cautela: “una vera valutazione solida dell’andamento durante queste festività la potremo avere solo a metà gennaio”.

Sul fronte del ritorno in aula: scuola in presenza al 50% almeno fine a fine gennaio. E’ l’opinione dell’Associazione nazionale presidi che parla di scelte organizzative complesse all’interno degli istituti. Bisogna tener conto di tutte le giuste esigenze di docenti e personale. Al di fuori invece il problema dei trasporti non è stato ancora risolto.

Secondo il presidente Antonello Giannelli: “Molti tavoli provinciali hanno scelto come soluzione lo scaglionamento degli ingressi. È una soluzione su cui non siamo d’accordo se lo scaglionamento significa ritardare di tanto gli alunni che entrano al secondo turno e che quindi prolunga la loro permanenza a scuola con inevitabili ricadute negative. Eppure di tempo ce n’è stato. La scuola l’ha utilizzato per adattarsi alla necessità di prevenire i contagi, invece i trasporti continuano ad avere una rigidità”.

Intanto la Fondazione Einaudi bacchetta il governo per la campagna vaccinale che va a rilento e lancia un promemoria: “per vaccinare solo il 50% degli italiani in 10 mesi occorrono circa 60 milioni di inoculazioni (30 X 2). Bisogna procedere alla media di 200.000 vaccinazioni al giorno. Secondo i dati ufficiali comunicati al 31 dicembre, l’Italia ha effettuato 32.969 vaccini, la Germania 165.575”.