Aziende tessili “usa & getta” nel mirino delle Fiamme Gialle. Indagati titolari di nazionalità cinese

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Un sopralluogo in una delle sedi oggetto di indagine

Tre ditte del settore del tessile e confezioni risultano sotto indagini da parte della Guardia di Finanza provinciale berica. A renderlo noto il comando di Vicenza dopo aver riscontrato il fenomeno noto come “apri e chiudi” di attività imprenditoriali gestite da titolari di nazionalità cinesi con laboratorio a Sandrigo, dopo la chiusura dei battenti, sistematicamente diventano persone irreperibili. Si tratte di due uomini e una donna, nati tutti dal 1976 al 1978 e residenti tra SandrigoNove e Marostica.

Con conseguente frode all’erario pubblico per alcune centinaia di migliaia di euro secondo le prime informazioni rese note dagli investigatori finanziari: contestate in particolare le omissioni in materia di ricavi non dichiarati e di Iva non versata. A tutela dello Stato si è provveduto al sequestro per equivalente di 340 mila euro in controvalore a coloro che nei diversi anni sono risultati essere contitolari di fatto della ditta “Alex Moda” (“poi Azzurro Moda” nel 2018) nelle varie denominazioni che si sono succedute. Tre in tutto, e nella stessa sede di Sandrigo.

Nei giorni scorsi, i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza e in particolare del distaccamento di Thiene, di concerto con la Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip che ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per l’importo di oltre 340 mila euro, pari all’imposta dovuta sulla base dell’omessa presentazione di dichiarazioni di ricavi per 720 mila euro dell’imposta non versata per 153 mila euro. Si tratta di cifre aggregate a tre diverse – ma solo sulla carta – aziende a conduzione individuale sorte e disciolte nell’arco di pochi mesi, tutte gestite da soggetti di nazionalità cinese ed operanti nel settore della lavorazione di prodotti tessili per conto terzi. I pratica, a mutare era la sola ragione sociale, ritoccando la denominazione, ruotando tra familiari e conoscenti i nominativi dei titolari.

L’operazione condotta dalle Fiamme Gialle mira a contrastare il fenomeno meglio noto come “apri e chiudi”, utilizzato in particolar modo da imprenditori di nazionalità cinese, secondo un canovaccio di azioni tanto note quanto illecite per l’ordinamento italiano. Gli amministratori di turno, in pratica, erano soliti ad avvicendarsi nelle cariche aziendali, aprendo l’azienda e per poi chiuderla nel breve periodo, con la conseguente irreperibilità del titolare. Si tratta nel dettaglio di C.X., X.J. e X.D., rispettivamente di 43, 44 e 42 anni, tutti nati in Cina e regolari in Italia. Tale “modus-operandi” osservato nel periodo di tempo 2013-2020 è stato ripetuto con ben tre ditte le quali, pur continuando ripetutamente ad utilizzare gli stessi attrezzi e macchinari e mantenendo il medesimo pacchetto sia di clienti che di fornitori, hanno omesso del tutto il versamento delle imposte dovute.