Carburanti, il Tar del Lazio cancella l’obbligo di esposizione dei prezzi medi

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Da oggi in poi i benzinai non sono più obbligati a esporre i prezzi medi dei carburanti. Lo ha deciso il Tar del Lazio annullando il decreto del governo Meloni, con il quale il Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 31 marzo scorso aveva introdotto la misura. Dal primo agosto scorso, infatti, è scattato per tutti i gestori di impianti di rifornimento carburante l’obbligo di esposizione dei prezzi medi regionali e nazionali, relativi alle tipologie di carburanti disponibili nella propria stazione.

La decisione è stata presa in assenza della prevista e preventiva comunicazione alla Presidente del Consiglio dei ministri e del parere del Consiglio di Stato. Accolto quindi il ricorso proposto da Fe.Gi.Ca. – Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini, F.I.G.I.S.C. – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti, e da alcuni esercenti.

Contro il provvedimento del Tar si è però già mosso il Ministero per le Imprese, che ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di proporre immediato appello al Consiglio di Stato “con richiesta di sospensione degli effetti della sentenza”.

Grande soddisfazione è stata invece espressa in un comunicato congiunto dai presidenti di Fegica, Roberto Di Vincenzo, e Figisc Confcommercio, Bruno Bearzi. “Si tratta di una vittoria dei “benzinai” di tutta Italia, a lungo e a più riprese calunniati e presentati alla pubblica opinione come responsabili di speculazioni e “furbizie” sui prezzi dei carburanti del tutto infondate”, scrivono i due presidenti.

Intanto l’opposizione va all’attacco. “Se il ministro Urso prima o poi tornasse alla realtà invece di dedicarsi ai voli pindarici sarebbe utile per tutti: oggi il Tar ha annullato il decreto sull’obbligo di esporre il prezzo medio dei carburanti. È l’ennesima figuraccia, che viene dopo la figuraccia sul caro voli, i disastri ex Ilva e Tim e una legge di bilancio dove le imprese sono le grandi dimenticate” tuona Antonio Misiani, senatore e responsabile Economia del Pd.