L’Ue bacchetta l’Italia: nuovo taglio al Pil, +0,1% nel 2019

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Italia maglia nera in Europa. Quello tratteggiato dalla Commissione europea nelle sue previsioni economiche di primavera è infatti un quadro italiano fragile e incerto. Secondo le previsioni economiche diffuse oggi dall’esecutivo Ue nel 2019 il Pil italiano crescerà dello 0,1%, e nel 2020 dello 0,7%. A febbraio aveva previsto un +0,2% per il 2019 e +0,8% nel 2020. Il nostro Paese si mantiene così all’ultimo posto in Ue per crescita, investimenti e occupazione, confermandosi fanalino di coda seguito dalla Germania (Pil +0,5%).

La Commissione europea prospetta addirittura un aumento della disoccupazione per via dell’introduzione del cosiddetto reddito di cittadinanza (dal 10,6 nel 2018 al 10,9% nel 2019) perché – spiegano – molti potrebbero decidere di dichiararsi disoccupati, una condizione per ottenere l’assegno.

Quel che mette in allarme l’Europa è soprattutto l’esplosione di deficit e debito. “La crescita sommessa e l’allentamento di bilancio intaccheranno i conti pubblici, con deficit e debito che saliranno fortemente”, rileva la Commissione. Nella nuova stima il deficit sale a 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020 (stima che non comprende l’attivazione delle clausole di salvaguardia, cioè l’aumento dell’Iva). Mentre il debito schizza a 133,7% quest’anno e 135,2% il prossimo. In autunno la stima era di 131% e 131,1%.

“La debolezza”, frutto della “contrazione” dello scorso semestre, “lascerà il passo a una tenue ripresa”, scrive Bruxelles. I consumi dovrebbero essere aiutati dal reddito di cittadinanza, aggiunge la Commissione, ma il “mercato del lavoro che si deteriora” danneggerà la spesa dei consumatori che tenderanno a risparmiare. La crescita italiana è quindi “molto contenuta”, ha detto il commissario Ue Pierre Moscovici, sottolineando che ha “incidenza su conti”.

Moscovici non ha voluto però parlare “del rispetto” da parte dell’Italia del Patto di stabilità. “Bisognerà tornarci su – ha aggiunto – ma la Commissione valuterà la conformità col Patto nel pacchetto di primavera pubblicato a giugno, e terremo conto anche dei risultati 2018 così come il programma di riforme presentato il mese scorso”. Bruxelles ha “avviato colloqui con il governo, e in particolare con il ministro dell’Economia, perché è importante, prima di avere una valutazione, avere una visione comune”.