Fisco, Cgia: parte da questo week end il Tax freedom day


Questo è il primo fine settimana del 2025 “liberi dalle tasse”. A calcolare il cosiddetto “tax freedom day“, come è chiamato negli Stati Uniti, è l’Ufficio studi della Cgia, secondo il quale, dopo 156 giorni dall’inizio di quest’anno, sabati e domeniche compresi, il contribuente medio ha terminato di lavorare per onorare i propri impegni con il fisco italiano e quindi, fino al prossimo 31 dicembre ciascun cittadino eserciterà la propria professione per vivere e migliorare la propria condizione economica. Un puro esercizio di scuola, precisa la Cgia, che però ci consente di misurare in modo originale il peso fiscale che grava sugli italiani.
Il calcolo dell’Ufficio studi di Mestre parte dal presupposto che la stima del Pil nazionale prevista per il 2025 è di 2.256 miliardi di euro, un importo poi suddiviso per 365 giorni che fornisce un dato medio giornaliero di 6,2 miliardi. Sono quindi state estrapolate le previsioni relative alle entrate tributarie e contributive che i percettori di reddito verseranno quest’anno e che dovrebbero ammontare a 962,2 miliardi di euro. Infine, quest’ultimo dato è stato frazionato al Pil giornaliero. Queste operazioni hanno consentito alla Cgia di determinare il cosiddetto tax freedom day.
Volgendo uno sguardo al passato e analizzando l’andamento della pressione fiscale degli ultimi 30 anni, la Cgia calcola che nel 2005, con Silvio Berlusconi premier, la pressione fiscale toccò il minimo al 38,9%, 3,8 punti in meno della soglia prevista quest’anno (per il 2025 si stima una pressione fiscale del 42,7%, +0,1 punti sul 2024). Il picco massimo lo si è invece raggiunto nel 2013, con il governo di Mario Monti che, dalla fine di aprile, fu sostituito da Enrico Letta. In questo periodo il carico fiscale toccò il 43,4% del Pil.