Maschi e dintorni: no, le donne non ci vogliono “Giambruno”

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Povero Andrea Giambruno. E povero non è una parola messa lì per schernirlo. Voglio precisarlo con forza. Povero davvero.

Perchè mandiamo al patibolo lui in nome e per conto di una schiera di macho men o presunti tali. Quelli che sanno di essere piacenti fisicamente e lo sbattono in faccia al mondo con tale sicumera da essere fastidiosi anni luce di distanza. Quelli che da giovani ti dicono di essere allergici ai rapporti fissi perchè troppo “limitanti”. Quelli che, invece, coi primi capelli bianchi una compagna che li assista con la pazienza di una madre, l’attitudine della brava domestica e lo spirito nobile della crocerossina devono pur trovarla: ma mica possono rinunciare a donare la loro bellezza al mondo.

“Ma dimmi c’é peggior insidia che amarsi con monotonia” recitava in un famoso testo il compianto Franco Battiato: magari Giambruno avrà pensato questo quando commentando il blu estoril della collega, la toccava sul capo mentre orgoglioso ravanava in tasca in una sorta di rito tribale. Peccato che il poeta siciliano cantava l’amore travagliato di una coppia che lotta contro i segni del tempo, eppur si ama. Non già il maschio impollinatore che necessita di un three o persino foursome per “pepare” la sua vita.

E il punto sta qui: l’uomo Giambruno piace alle donne? Non alla Giorgia nazionale che con mestiere e grande abilità comunicativa l’ha liquidato precisando che “le strade erano da tempo divise”; non a quelle donne che con fatica si sono costruite una carriera sgomitando molto più di quanto tocchi a noi maschietti per poi vedersi “oscurare” dal compagno che stare un passo indietro nemmeno vuol sapere cosa significhi (Fedez docet); e non anche a quella signora Maria del piano di sotto che comunque si merita qualcuno che non la metta né all’angolo né tanto meno in imbarazzo.
Una volta si sarebbe semplicemente detto che le porti rispetto. Parolone.
E occhio: non si cada sul pietismo conformista del “l’uomo è così per natura, mica lo fa per cattiveria” né, forse peggio ancora, sull’accettazione tanto al chilo di chi, sostenendo che tutti nella vita conoscono un Giambruno, sembra quasi voler assolvere ed appianare un modello sdoganato che annacqua inevitabilmente la buona volontà di una platea maschile che non merita etichette.

Chiara Ferragni e Fedez sul palco dell’Ariston dopo il bacio con Rosa Chemical

La prendo larga. Quante volte ci siamo sentiti dire che le donne apprezzano i bravi ragazzi, ma poi scelgono i bad guys o i bastardi senza cuore che dir si voglia? E sfatiamolo questo luogo comune.
Sì, un falso mito. Qualcosa che non va confuso con l’ebrezza e il bisogno di una vita sessuale appagante, quanto piuttosto il legittimo desiderio di avere al proprio fianco un maschio attraente, ma rassicurante. Insomma, uno che sappia corteggiare, ma che allo stesso tempo sappia essere un punto di riferimento ed un approdo sicuro.
Torniamo ai Giambruni italici e non solo: l’ammiccamento continuo, l’invocare con ampia ed inequivocabile gestualità le proprie doti fisiche, l’atteggiarsi a uomo che non deve chiedere mai con riferimenti puntuali alla capacità di saperne gestire più d’una contemporaneamente, non sono le caratteristiche che definiscono l’uomo.

L’uomo vero, non la macchietta. Intendiamoci. Anche il re del corteggiamento all’italiana, Silvio Berlusconi, sapeva contenersi: lo sguardo un po’ guascone e le battuta spinte le ricordiamo tutti, ma almeno il portamento era signorile. Un po’ come il pavone gioca la sua ruota alla vista delle potenziali prede: ma nel cortile, sa qual è il suo posto. Può piacere e non piacere: un caso, tra i tanti. Ma il Giambruno usa un linguaggio sin troppo colorito e soprattutto usa le mani: un’invasione di campo che non si può ignorare.

E a doversi battere rivendicando che un altro uomo è possibile sono per primi gli uomini: si può essere anche un po’ spregiudicati, perché no. Ma volgari, mai.
Poco conta, ai fini di questa valutazione, che tu sia sposato o uccel di bosco, sia chiaro. Da queste considerazioni, volutamente scanso la disquisizione morale che meriterebbe capitolo a sé. L’uomo e il suo essere al netto di convenzioni sociali e legami di sorta.

Una delle scene più famose dal film “50 sfumature di grigio” con l’attore chiamato a rappresentare trasgressione e amore fedele al tempo stesso

E se i mazzi di rose rosse, la dedica romantica scritta a mano e infilata sotto il cuscino e quel messaggio improvviso con scritto un “sei bellissima”, suonano quasi d’annata, c’è qualcosa che le donne potrebbero trovare ancora maledettamente moderno e irresistibile, quasi una “bellezza che non può essere interrogata ma regna per diritto divino” così come scriveva Oscar Wilde riferendosi a qualcosa di più intrinseco: qualcosa che prescinde da ciuffi vaporosi e fisici scolpiti, uno stile semplice nei modi, sorridente ma non troppo, premuroso senza essere eccessivo, ingenuamente malizioso, poche parole messe in fila con intelligenza.
E la voglia, soprattutto di ascoltare. Di esserci.
Quasi a dire, sottovoce, “sono qui, solo per te”.