Badante s’intasca 43 mila euro di un’anziana. Nella perquisizione droga in camera del figlio

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La madre rubava migliaia di euro all’anziana pensionata benestante che apparentemente accudiva in maniera irreprensibile, mentre il figlio continuava a spacciare droga leggera da “recidivo del mestiere”, ovviamente del tutto illecito. I classici due piccioni con una fava sono stati infilati dai carabinieri nel corso di un’unica perquisizione domiciliare avvenuta a Longare, in casa di una badante di 53 anni e del figlio convivente, di 22.

Oltre ad aver trovato denaro contante e merce di pregio per un controvalore stimato in 43 mila euro, pagati secondo gli investigatori con il bancomat dell’anziana assistita, durante il blitz sono saltati fuori anche circa 300 grammi di marijuana.

Per Z.S., collaboratrice domestica in proprio di professione è scattata la denuncia formale oltre al disprezzo sociale per la condotta infedele, mentre per il giovane L.B., già noto alle forze dell’ordine, è scattato l’arresto in flagranza di reato con custodia ai domiciliari, dopo avergli sequestrato marijuana che deteneva ben oltre il fabbisogno tollerato per il consumo personale. Due anni fa aveva già fatto conoscenza con le forze dell’ordine, da sospetto pusher attivo nel Bassovicentino, trovato in possesso di bilancino di precisione al milligrammo e materiale utile per il confezionamento della sostanza stupefacente.

A far scattare l’indagine dei carabinieri della stazione di Longare la segnalazione da parte di una parente dell’anziana donna, di 82 anni, insospettita dagli ammanchi ingiustificati e soprattutto dopo l’alert da parte della banca dove la pensionata è titolare di un conto corrente. Un prelievo ingente non previsto – secondo il Giornale di Vicenza – da 1.600 euro dei primi di novembre, aveva fatto scattare il messaggio di avviso ricevuto dalla stessa vittima, avanti sì con l’età anagrafica ma del tutto capace di rendersi conto che qualcosa di losco stava accadendo a suo danno.

Lo stesso familiare aveva poi avuto accesso agli estratti conti, rendendosi conto dei prelievi e delle uscite in generale non concordate, per più decine di migliaia di euro. Tanta era la fiducia riposta nella badante che nessuno, in un primo tempo, aveva pensato a lei come possibile responsabile del grave furto di denaro telematico, concentrando i sospetti verso un ignoto hacker informatico. Tesi della prima ora ben presto smentita dagli uomini dell’Arma, che ben conoscevano la strategia giusta su come stanare un eventuale malfattore una volta acquisite le immagini di videosorveglianza dallo sportello bancomat.

L’infedele collaboratrice, incensurata, è stata riconosciuta senza timore di scambi di persona: si era appropriata del pin di sicurezza e sottraeva, secondo quanto ricostruito nei dettagli, la tessera bancomat all’insaputa dell’82enne, gabbata proprio da chi godeva della sua massima fiducia. A confermare la condotta, poi, il fatto che il denaro prelevato veniva regolarmente versato sul conto personale della 52enne vicentina. In un anno e mezzo sarebbero spariti 43 mila euro, il più delle volte attraverso prelievi di medio piccola entità, sotto la soglia dei 500 euro, che sfuggivano così ai controlli standard di conferma dell’addebito previsti nel contratto bancario. La collaboratrice domestica è stata dunque denunciata per indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento.