Kiev vuole la liberazione dei soldati dell’Azov. Mosca bandisce 963 cittadini Usa

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Giorno numero 88 per il conflitto russo-ucraino. Il presidente Zelensky ha sentito Mario Draghi al telefono per ringraziarlo del sostegno verso l’adesione all’Ue ma ha anche chiesto un’accelerazione sulle sanzioni contro Mosca e ha ribadito che “la guerra finirà solo con la diplomazia”. Il premier, da parte sua, conferma il costante appoggio offerto a Kiev dall’Italia.

Sul fronte dei negoziati, il portavoce russo Leonid Slutsky smentisce lo scambio tra i combattenti del battaglione Azov che si sono arresi e l’oligarca filorusso Medvedchuk. “La mia opinione non è cambiata” ha detto il capo negoziatore “i soldati Azov sono banditi nella Federazione russa e il loro destino dovrebbe essere deciso dal tribunale”. Tuttavia proprio a questo scambio sarebbero legate eventuali nuove trattative di pace, ha fatto sapere Zelensky.

I numeri dell’acciaieria Azovstal. Secondo il leader separatista filorusso Denis Pushilin “2.439 persone sono state detenute e sono in custodia, di cui 78 sono donne”. Il leader non esclude che qualcuno sia ancora all’interno della complessa struttura di Mariupol. “Avevano cibo e acqua a sufficienza, avevano anche armi a sufficienza. Il problema era la mancanza di medicinali. Non escludiamo che qualcuno sia rimasto. Verrà effettuato un controllo approfondito”, ha aggiunto Pushilin.
Intanto l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, parla di “crimini indicibili” che vengono “segnalati nelle regioni liberate in Ucraina. Gli autori devono esserne considerati responsabili”. Nel frattempo nel distretto di Bucha, nella regione di Kiev, sono stati ritrovati i corpi di altri due civili uccisi dai russi. I civili furono uccisi dagli occupanti durante i combattimenti nella regione di Bucha”, spiega la Polizia su Facebook.

Il Cremlino bandisce 963 cittadini Usa. Oltre al presidente americano Joe Biden, ci sono anche il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e l’attore Morgan Freeman nella lista nera degli americani che non potranno più entrare in Russia. La star di Hollywood in particolare è accusata di aver registrato un video nel 2017 in cui accusa Mosca di complottare contro gli Stati Uniti. Il bando dei leader politici, oltre a Joe Biden, coinvolge anche il segretario di Stato Antony Blinken e il capo del Pentagono Lloyd Austin. Nel mirino del Cremlino anche il capo della Cia William Burns, il figlio di Biden, Hunter, e Hillary Clinton, oltre a figure comunque molto influenti negli Stati Uniti e a livello internazionale.

Alla black list sono stati aggiunti anche 26 cittadini canadesi, inclusa la moglie del premier Justin Trudeau. La mossa sembra seguire la strategia ritorsiva iniziata nei giorni scorsi che ha portato all’espulsione di decine di diplomatici italiani, spagnoli e francesi in risposta all’allontanamento del personale russo da Roma, Madrid e Parigi.

Pugno duro del Regno Unito e la decisione di armare la Moldavia. Il Governo di Boris Johnson, adotta un atteggiamento tutt’altro che conciliante e ha proposto agli alleati di fornire armi moderne anche alla Moldavia. Dal canto suo il ministro degli Esteri britannico Liz Truss ha fatto sapere che il suo governo ha iniziato a discutere con gli alleati internazionali l’invio di armi moderne di standard Nato, a Chisinau, affinché possa proteggersi dalla Russia. Se si dovesse arrivare ad un accordo, gli alleati sostituiranno l’equipaggiamento attualmente a disposizione della Moldavia, risalente all’ epoca sovietica e addestreranno i suoi soldati a usarle.