Nuovo attacco di Trump nello Studio Ovale: dopo Zelensky nel mirino finisce Ramaphosa

Nuovo show di Donald Trump nello Studio Ovale. Dopo il duro scambio di accuse con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il tycoon è stato protagonista di un altro attacco nei confronti di un suo ospite in diretta tv: il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa.

Il pomo della discorda sono i presunti attacchi nel Paese agli ‘afrikaner’. L’amministrazione Trump da tempo sostiene che in Sudafrica sia in corso un ‘genocidio’ contro agricoltori bianchi che vengono espropriati delle loro terre e uccisi.

Trump armato di un plico di fogli, ha fatto esplicito riferimento a un “grande numero di agricoltori che sono stati brutalmente uccisi“, accusa che a guardare i dati sembra assolutamente infondata. Il tycoon ha quindi aggiunto che agli agricoltori bianchi è stato “confiscato il terreno”, puntando il dito contro una legge approvata dal governo di Ramaphosa che prevede l’espropriazione dei terreni agricoli, in alcuni casi senza indennizzo per i proprietari.

Ramaphosa replica: “La nostra costituzione garantisce e protegge la sacralità della proprietà fondiaria”. “La costituzione – ha chiarito Ramaphosa – protegge tutti i sudafricani per quanto riguarda la proprietà della terra. Tuttavia, diciamo anche che, poiché dobbiamo fare i conti con il passato, il governo, come anche il vostro governo, ha il diritto di espropriare terre per uso pubblico”. Il presidente Sudafricano rispondendo all’accusa di ‘genocidio’ ha poi ribadito che in Sudafrica “esiste la criminalità”, ma che “le persone che vengono uccise a causa di attività criminali non sono solo i bianchi: la maggior parte di loro sono neri”.

Chi sono gli ‘afrikaner ‘. Si tratta dei discendenti dei colonizzatori europei arrivati nell’attuale Sudafrica alla metà del XVII secolo: circa un terzo era olandese, quasi altrettanti tedeschi, il 13 per cento francese. Essi si fusero in un gruppo culturale unico. Noti anche come boeri, parlano l’afrikaans, simile all’olandese. Le loro principali attività furono quelle dell’agricoltura e della pastorizia e la loro espansione avvenne a discapito della popolazione locale. Una legge del 1913 riservava ai neri solo il 7% dei terreni. Dal 1948 al 1991, il governo del Sudafrica guidato dagli ‘afrikaner’ introdusse poi ‘l’apartheid’, una politica di rigida e continua segregazione razziale che divideva praticamente bianchi e neri in ogni ambito sociale e precludeva alla maggioranza l’accesso ai migliori lavori, ad ogni incarico di potere e all’istruzione di alto livello.