Scontro aperto Trump-Musk e il fondatore Tesla accusa: “È nei file di Epstein”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Da eravamo tanti amici a qualcosa si è rotto. E quando i protagonisti sono Donald Trump e Elon Musk non c’è neanche tanto da stupirsi. Il rapporto tra i due è ormai ai ferri corti ed è stato confermato nelle scorse ore, qualora ce ne fosse il bisogno. “Non so se avremo più una grande relazione” ha detto ieri (5 giugno) il presidente americano alla Casa Bianca accanto al cancelliere tedesco Merz, mettendo fine al rapporto con Musk, accusandolo di essere “offeso” per la cancellazione degli incentivi alle auto elettriche e ricordando anche il suo no a un candidato di Musk per la NASA.

La risposta – neanche a dirlo – è arrivata via social. Musk ha liquidato la vicenda con un laconico “chi se ne importa” e ha smentito alcune parole di Trump, in particolare quelle riferite a una legge. In precedenza, l’imprenditore aveva definito la riforma fiscale “un disgustoso abominio”, riprendendo ironicamente un vecchio tweet del 2012 di Trump sui deficit pubblici. Una rottura netta, ben lontana dal tono istituzionale di pochi giorni fa, quando il presidente aveva consegnato a Musk una chiave simbolica della Casa Bianca e ne aveva lodato pubblicamente il lavoro.

Ma il botta è risposta non si è concluso così, anzi, Trump su Truth ha nuovamente attaccato il suo ormai ex alleato: “Elon si stava ‘esaurendo’, gli ho chiesto di andarsene, gli ho tolto il mandato EV che obbligava tutti ad acquistare auto elettriche che nessun altro voleva, e lui è semplicemente impazzito”. Chiaramente Musk non poteva esimersi dal replicare o – addirittura – rilanciare. Tanto da “sganciare la bomba più grande: Donald Trump è nei file di Epstein”. E qui siamo alla cronaca. Il 27 febbraio l’attorney general Pamela Bondi aveva reso nota una prima parte di documenti declassificati del caso Epstein, che però contenevano in gran parte documenti precedentemente trapelati, anche se mai resi pubblici in via ufficiale dal governo americano. Le carte non avevano svelato nulla che non si sapesse, confermando i rapporti fra Trump e l’ex finanziere accusato di pedofilia morto suicida in carcere. Il nome del presidente americano compare anche nel registro dell’aereo di Epstein, il famigerato ‘Lolita Express’.