Caso Almasri, la Camera nega autorizzazione a procedere per Nordio, Piantedosi e Mantovano


L’Aula della Camera ha negato l’autorizzazione a procedere sul caso Almasri nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano.
L’esito esatto dei tre scrutini, stando ai tabulati, è stato leggermente diverso da quello proclamato in Aula. Per quanto riguarda Nordio, contro l’autorizzazione a procedere hanno votato 251 deputati e 112 a favore (invece dei 117 proclamati). Per Piantedosi si sono spostati tra l’altro sei voti di Italia Viva: contro l’autorizzazione a procedere i voti sono stati 256, quelli favorevoli 106. Per lo scrutinio su Mantovano si è tornati ai numeri di Nordio: 251 (e non 252 come proclamato) sono stati i voti contro l’autorizzazione a procedere, e 112 quelli favorevoli alla sua concessione.
Le parole del ministro della Giustizia Nordio: “Da modesto giurista, lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che li abbiano consultati. Speriamo che il capitolo su Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministero indagata dalla Procura di Roma per false dichiarazioni sul caso Almasri, si chiuda così come questo. Numericamente – aggiunge il ministro – oltre a quella che era l’aspettativa della maggioranza parlamentare, il che significa che anche da parte di alcuni dell’opposizione vi è una riluttanza ad affidare alle procure della repubblica delle competenze che dovrebbero essere esclusivamente politiche. Faccio presente che l’aver voluto giurisdizionalizzare questa vicenda affidandola subito all’indagine della procura ha ridotto le capacità difensive nostre in Parlamento, perché eravamo vincolati dal segreto istruttorio e quindi la stessa timidezza o addirittura menzogna che ci è stata attribuita in questi giorni è dipesa proprio dal fatto che non si potevano esternare in Parlamento delle considerazioni che potevano essere fatte soltanto eventualmente al Tribunale dei ministri”.
Intanto l’avvocato Francesco Romeo, legale di Lam Magok Biel Ruei, vittima e testimone delle torture del generale libico Almasri, ha annunciato ricorso alla Consulta. “Il voto di maggioranza odierno calpesta la Costituzione e la legalità internazionale. Nel nostro ordinamento costituzionale non esistono e non possono esistere zone franche o zone d’impunità per chi riveste cariche di governo. Insieme al collega Antonello Ciervo chiederemo al Tribunale dei ministri di sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato innanzi la Corte Costituzionale per ristabilire il principio previsto dalla nostra Carta Fondamentale secondo cui spetta all’autorità giudiziaria il potere di applicare la legge e garantire così la celebrazione del processo nei confronti di Nordio, Piantedosi e Mantovano”.