Dl Fisco: Europa preoccupata. Domani Cdm sul ‘giallo’ condono

Tensione altissima dentro e fuori dal governo italiano per il dl fisco che ha scatenato i timori dell’Europa. Convocato per domani un Cdm che potrebbe essere decisivo per le sorti del governo.

Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici hanno inviato la lettera con la quale la Commissione europea critica duramente il Progetto di bilancio inviato il 15 ottobre. Innanzitutto, il bilancio italiano mostra una deviazione “senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”, sia per il fatto che contempla una espansione vicina all’1% – mentre il Consiglio aveva invitato l’Italia a una correzione fiscale – sia per una deviazione dagli obiettivi pari all’1,5%. Alla luce di questi fattori, si profila “un non rispetto particolarmente serio con gli obblighi del Patto” e si chiede al Governo di dare una risposta ai rilievi entro lunedì 22 ottobre.

Moscovici e Dombrovskis ricordano che – con un debito al 130% del Pil e le attuali previsioni – l’Italia rischia di esser fuori dalla regola sul debito. Il debito “non è un fattore di espansione ma di impoverimento, il debito è la spesa meno produttiva e più stupida che esista. Il nostro poterenon è quello di bocciare una Manovra, ma se necessario di richiedere laddove non siamo d’accordo che la Manovra venga presentata di nuovo con delle modifiche”, ha aggiunto Moscovici.

Intanto all’interno della maggioranza giallo-verde è giallo sulle presunte modifiche non approvate dal M5S sul condono. Dura la replica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti della Lega: “Non consento a nessuno di alludere a complotti. Se si continua ad attaccare chi prova a tenere in piedi la baracca, il governo non andrà molto lontano. La ‘manina’ è in casa dei 5 Stelle, a schiantarsi saranno loro”.

A gettare acqua sul fuoco ci ha però pensato il vicepremier Matteo Salvini: “Governeremo insieme fino al 2023. Alle Europee”, ci arriviamo “senza dubbio”. “Una cosa dev’essere chiara: ribaltoni, inciuci e tranelli la Lega non ne fa. Noi manteniamo la parola data. Il decreto è quello scritto. In Consiglio io c’ero, Di Maio pure, Conte ce lo ha letto com’è scritto e l’abbiamo approvato. Mi sembra un enorme equivoco. Pericoloso, però: tutti in Europa – avvisa il ministro – non vedono l’ora di attaccarci, non è bene dargliene l’occasione. Ma per quel che mi riguarda, il decreto quello è e quello resta”.

Preoccupata però Assolombarda. Con la manovra il governo “cerca il dividendo elettorale e non quello della crescita”, ha detto il presidente Carlo Bonomi, nel suo intervento all’assemblea generale. “Non conosciamo i dettagli, ma abbiamo già pagato un prezzo alto per modalità con cui il governo è arrivato al def”, ha aggiunto, “se il deficit è per seguire la vecchia strada, con reddito di cittadinanza e prepensionamenti, allora le stime di crescita non risultano credibili e il debito continuerà a salire”. “Noi non tifiamo per questo o per quello. Non tifiamo per l’Italia, da sempre. Noi siamo collaborativi nell’interesse del Paese – prosegue Bonomi – noi rispettiamo la politica e i partiti perchè noi rispettiamo le istituzioni repubblicane, la nostra Costituzione’.