Fine vita, la legge non passa in Veneto. Zaia: “Non cambia nulla per malati terminali”

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La Legge sulla regolamentazione del suicidio medicalmente assistito (alias ‘fine vita’) non passa in Veneto e spacca il centrodestra. La legge di iniziativa popolare che puntava a regolamentare il suicidio medicalmente assistito, sarebbe stata la prima in Italia, ma il testo tornerà in Commissione e diventa ordinario. In questo modo si allungano i tempi visto che non saranno più contingentati. La votazione in Consiglio regionale per la normativa, proposta dall’associazione Coscioni, si è arenata soprattutto su due articoli, per un totale di cinque, che richiedevano la maggioranza assoluta.

Sul voto il centrodestra si è spaccato. Da un lato Fdi e Fi si sono detti contrari, dall’altro il presidente Luca Zaia e parte della Lega si sono invece espressi favorevolmente. Alla Legge per passare servivano 26 ‘sì’ , ma alla fine si è arrivati ad un pareggio: 25 a 25 e tanto è bastato per far vincere il ‘no’ anche grazie anche ad una defezione nel Pd.

Zaia: “Non cambia nulla per malati terminali”. Il presidente del Veneto ha sottolineato come al momento in Italia non ci sia una legge nazionale che consenta la procedura con cui ci si auto-somministra un farmaco letale (a determinate condizioni), ma la pratica si considera comunque legale, grazie a una sentenza della Corte costituzionale del 2019. Per questo Zaia ha parlato della “lettura errata” che “qualcuno” ha dato alla norma, presentandola come una legge che avrebbe “istituito” il fine vita. Quello che si voleva regolamentare ha aggiunto Zaia erano “solo i modi e i tempi delle risposte ai malati, e le modalità di coinvolgimento delle Asl”. Infatti, precisa ancora Zaia, “nonostante non sia diventata legge (con 25 voti a favore e 25 contro), i malati terminali con determinate caratteristiche sanno che possono presentare le loro istanze per il fine vita, in base alla sentenza della Consulta”.

Quindi l’appello affinché si affronti la questione a livello nazionale. “Cerchiamo di normare il fine vita a tutela della libera scelta e dei casi estremi’ oppure che si vada nell’altra direzione, si faccia una legge per negare il fine vita” l’auspicio di Zaia che ha aggiunto: “Un amministratore come il sottoscritto deve essere laico nell’approccio. Spero che non si sia partigiani nell’affrontare questo tema, e non ci siano fazioni. Io oggi ho detto che quando parlo penso a chi è a casa o su un letto di ospedale, che deve avere messaggi assolutamente chiari”.