Terrorismo, Meloni: “Dal 7 ottobre 47 espulsioni. L’attentato a Mosca non aiuta né Kiev né l’Occidente”

In un’intervista a “Fuori dal coro”, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che quello della sicurezza contro il terrorismo “è un fronte su cui il governo lavora con attenzione, in particolare dopo gli attentati di Hamas in Israele”. La stessa ha precisato che dal 7 ottobre dall’Italia sono state espulse 47 persone sospettate di radicalismo e che in passato questo stesso numero era stato espulso in un anno intero. “Facciamo ogni giorno le riunioni con l’intelligence – ha detto – abbiamo rafforzato la sorveglianza sui luoghi sensibili”.

La premier commenta poi l’attentato di Mosca sottolineando: “è stato rivendicato. Quindi si può dare la colpa a chi si vuole quando si fa propaganda, ma c’è qualcuno che ha dichiarato ‘siamo stati noi’. E del resto le modalità sono quelle che noi conosciamo. Non vedo come un attentato del genere potrebbe aiutare l’Ucraina o l’occidente. E penso che anche noi dobbiamo fare attenzione a una certa propaganda”.

Sul tema della Russia, Meloni osserva: “Quello che Putin aveva in testa era una guerra lampo che gli avrebbe consentito di invadere l’Ucraina in qualche giorno. E se questo fosse accaduto, temo che non si sarebbe fermato. Chi cerca di aiutare l’Ucraina allontana la guerra rispetto alla possibilità che arrivi nel cuore d’Europa. Lo abbiamo fermato lì. E secondo me, se non molliamo lo costringiamo anche a sedersi a un tavolo delle trattative per cercare una pace giusta, che è ovviamente l’obiettivo che abbiamo. Perché non è che ci divertiamo nell’attuale contesto. L’importante è che noi sappiamo qual è l’obiettivo che vogliamo”.

La presidente del Consiglio spiega come con la Russia si debba “essere muscolari nei fatti e non negli atteggiamenti”. E, continua, “penso che converrà con me che in due anni di guerra, quando stavo all’opposizione e dopo al governo, lei non mi ha mai sentito utilizzare questi toni proprio perché io penso che sulle cose serie si debba reagire in modo serio. Non ho condiviso per esempio le parole di Macron, l’ho detto anche a lui, non le condivido e sono anche io convinta che si debba fare attenzione ai toni che si usano”.

Poi, in merito ai rischi di una guerra mondiale, riprende: “io rispedisco al mittente l’idea secondo cui chi cerca di aiutare l’Ucraina vuole la guerra e, quasi quasi, i russi che l’hanno invasa sono quelli che vogliono la pace. Bisogna fare mezzo passo indietro: Putin ha invaso l’Ucraina dichiarando che vuole riportare la Russia alla sua grandezza di un tempo, che vuole ripristinare i confini storici della Russia. I confini storici della Russia ragionevolmente incorporano Ucraina, Moldova, Georgia, i Baltici, una parte della Finlandia, volendo anche la Polonia. Quando c’è stato il ritiro rovinoso da parte dell’Occidente dall’Afghanistan ed è stato dato un segnale oggettivamente di debolezza, Putin ha deciso che quello era il momento di tentare”.

La premier parla poi degli allarmi guerra lanciati negli ultimi giorni in relazione al Consiglio europeo e spiega: “Io arrivo da un Consiglio europeo dove si parlava di protezione civile e mi ritrovo su diversi quotidiani il fatto che noi staremo preparando l’Europa alla guerra, perché c’era un passaggio in cui si diceva che bisognava mettere in cooperazione la risposta alla crisi, ma si parlava di protezione civile, si intendeva le alluvioni, le calamità naturali tant’è che io ho difeso la protezione civile italiana dicendo anche ‘attenzione a mettere in cooperazione che non significhi limitare le eccellenze degli stati nazionali’. Per cui bisogna pure fare attenzione a come certe cose si vendono perché, se ci mettiamo pure noi a fare la propaganda come i russi, oggettivamente abbiamo un problema”.