Altra vendita di profumi di marca taroccati: denunciato un 31enne romagnolo

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Alcune confezioni con marchi storpiati nella denominazione (immagini d'archivio)

Napoletano uno, romagnolo l’altro, apparentemente senza alcun legame tra loro ma con il denominatore comune della tendenza a truffare i clienti rifilando profumi di marca fasulli. Emerge un secondo caso nell’Altovicentino, e un secondo indagato: si tratta di C.M., cittadino italiano nato a Cattolica (Rimini) nel 1988, noto pregiudicato in trasferta di malaffare in Veneto. Chiari se non lampanti gli indizi di colpevolezza nei suoi confronti, in merito a una denuncia raccolta dai carabinieri dopo un episodio avvenuto a Schio ai primi di novembre. Analogo a quanto accaduto in tre saloni di bellezza tra Piovene, Malo e ancora Schio negli stessi giorni, e con protagonista stavolta un 42enne campano.

Proliferano quindi i venditori porta a porta, e di salone di parrucchiere in salone di bellezza in particolare, di boccette di fragranze con etichette modificate ad arte e contenuto liquido di qualità scadente, vale a dire acqua colorata. Per il codice le ipotesi di reato contestabili in questi casi consistono in truffa e commercio di prodotti con segni falsi. La contraffazione del marchio aveva permesso in questo caso di vendere merce per 70 euro – il ricavo illecito – prima di salutare e dileguarsi a bordo di un’auto.

Per risalire al truffatore è stato essenziale il sospetto della donna gabbata, che ha avuto l’accortezza di annotare il numero di targa del veicolo. L’analisi incrociata dei dati dei carabinieri di Schio ha permesso di individuare e rintracciare l’uomo scorretto, approfondendo le indagini per verificare se la concomitanza e compresenza dei due abili millantatoti nell’Altovicentino fosse casuali o si trattasse di due complici. Ipotesi probabile ma, almeno per ora, non suffragata da alcun riscontro.