Scambio di files pedopornografici in chat. A “spezzarlo” la sorella maggiore preoccupata

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Il pericolo che scaturisce da un uso improprio di chat e social è sempre in agguato

Ad accorgersi che qualcosa di strano stava accadendo al proprio fratello minore è stata la sorella più grande, insospettita dall’atteggiamento di quest’ultimo, che trascorreva ore al pc o sullo smartphone in chat con una persona misteriosa. Che si è rivelata essere molto più grande del fratello adolescente con il quale un non meglio definito uomo maturo di Treviso aveva intrapreso una relazione intima, a sfondo sessuale.

Del tutto vietata dall’ordinamento italiano e scoperta nei particolari anche più scabrosi dai carabinieri di Schio dopo un approfondimento a carattere informatico. Dalla vicenda è emerso lo scambio di materiale multimediale a contenuti pedopornografici, con il minore scledense a inviare immagini e video al trevigiano. Ora denunciato con la doppia infamante accusa di prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico.

Secondo la ricostruzione fatta dai militari della stazione di Schio, il teenager della zona aveva conosciuto l’indagato nelle scorse settimane attraverso la piattaforma di incontri virtuale Grindr, un’applicazione esplicitamente rivolta a utenti gay che come altri social garantisce l’anonimato tra i fruitori. Il giovane aveva aggirato il limite di età minima in un primo momento, iscrivendosi indicando una data di nascita fasulla e iniziando a conoscere i frequentatori della zona, fino a intessere quella che è stata definita come una relazione di natura sessuale con l’adulto trevigiano.

Gli accertamenti tecnici hanno già fornito le controprove di quanto ricostruito sulla base dei sospetti nelle indagini, dopo che gli stessi carabinieri hanno provveduto nei giorni scorsi a perquisire sia il domicilio altovicentino di quella che rimane in ogni caso una vittima, vale a dire il ragazzo, sia l’alloggio in provincia di Treviso dell’interlocutore. Il quale, dopo i primi contatti con l’adolescente, come spiegano gli inquirenti era venuto a conoscenza della reale identità e dell’età del più giovane amante. In ragione della tutela della riservatezza dei minori, non vengono diffusi altri dati sensibili sul conto di quest’ultimo citato in modo da non renderlo riconoscibile.

Le due perquisizioni mirate hanno permesso di porre sotto sequestro complessivamente 4 smartphone di ultima generazione, 4 notebook e 4 hard disks. In tutti i dispositivi prelevati coattivamente dalle forze dell’ordine sono state riscontrate delle prove dei reati ascritti all’indagato, e che saranno messi a disposizione della Procura dei Minori di Venezia per le analisi forensi del caso. Come sopra accennato, a scoprire il legame a sfondo sessuale tra i due è stata la sorella maggiore, che ha poi provveduto a denunciare l’amante virtuale e soprattutto sfruttatore del giovanissimo, interrompendo un rapporto fuori dai limiti di quanto consente la legge italiana a protezione dei minori.