Giro, il team griffato Nippo Fantini Faizanè lancia Cima nella volata vittoriosa

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Il corridore lanciato in una fuga a tre nella tappa di oggi (immagine da pagina Facebook ufficiale, credits Bettini photo)

Più in cima non si può! Damiano Cima sale sul gradino più alto del podio nella tappa n°18 del Giro d’Italia: un trionfo al termine di una giornata spettacolare per il ciclista in forza alla Nippo Vini Fantini Faizanè – franchigia “a spinta vicentina” – che esulta sul traguardo di Santa Maria di Sala dopo 220 chilometri di fatica. Una prova davvero strepitosa quella del corridore bresciano, già protagonista di più allunghi nel circuito “rosa” finora, capace di resistere all’assalto del gruppo di velocisti che ha inghiottito senza scrupoli i due compagni di fuga nella volata conclusiva ma non il portacolori del club italo-nipponico, stoico a resistere fino all’ultimo centimetro.

Un successo che accresce il valore e la considerazione in ambito internazionale della società Nippo Fantini Faizanè, che negli scorsi mesi ha fatto tappa proprio a Zanè nella sede dell’azienda che la sostiene tra gli sponsor principali e sull’Altopiano di Asiago per uno stage pre season. E una vittoria a sorpresa per il giovane di soli 25 anni, salito in sella con il ruolo di gregario in questa edizione del Giro e ricavatosi spazi e considerazione sempre crescenti, macinando centinaia di chilometri tra i big, fino all’exploit odierno.

Inseritosi in un terzetto di fuggitivi in testa alla corsa per oltre 150 chilometri, capaci di interporre fino 4 minuti e mezzo tra loro e il gruppone, Cima è riuscito a raschiare le energie residuali nel massacrante finale di corsa. Evitando di farsi risucchiare proprio sul traguardo dal gruppone lanciato in una volata destinata ai finisseur in rimonta alle spalle dei generosi Maestri e Denz insieme a Cima, l’ultimo a mollare. Una prova da nervi saldi e grande cuore che gli ha permesso di trionfare quasi al fotofinish sullo specialista degli arrivi in volata, il tedesco Ackermann. Per il teutonico, che già pregustava il successo di tappa, pugni sul manubrio e tanta rabbia. La maglia rosa resta indosso all’equadoregno Carapaz.

Storica vittoria per il team, epica impresa per il giovane “pro” italiano.