Ad Alessandra Cappellotto il premio “Sport e diritti umani”: aiutò la fuga delle cicliste afghane

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All’ex campionessa del mondo di ciclismo su strada Alessandra Cappellotto, originaria di Sarcedo, è stato assegnato il premio “sport e diritti umani” per il suo impegno verso le cicliste afghane, che nell’agosto scorso è riuscita a far fuggire dal paese, tornato in mano ai talebani.

La giuria del premio, indetto nel 2019 da Amnesty International e Sport4Society per riconoscere azioni e gesti pubblici di solidarietà e d’impegno in favore dei diritti, è composta da Riccardo Cucchi (presidente), Luca Corsolini, Alessandra D’Angiò, Barbara Liverotti, Angelo Mangiante, Laura Petruccioli e Jacopo Tognon. “Abbiamo deciso di premiare Alessandra Cappellotto per il suo impegno in favore del ciclismo femminile e della sua promozione anche sulle strade più impervie, dal Ruanda all’Afghanistan. Grazie al suo lavoro molte cicliste hanno potuto assecondare la loro passione, trovando in Italia attenzione umana e tecnica. La sua ‘Road to equality’ ha attraversato, superandoli, i confini della discriminazione. Una campionessa del mondo in bicicletta e nella difesa dei diritti umani”, ha dichiarato Cucchi.

Oggi dirigente sportiva, Alessandra Cappellotto – 54 anni ad agosto, prima donna italiana a diventare campionessa del mondo su strada nel 1997 a San Sebastián, in Spagna – si è distinta per il progetto che promuove la gender equality attraverso lo sport e in particolare il ciclismo. Ha avutro un ruolo di primo piano nella promozione del ciclismo femminile in Afghanistan e nell’agosto dello scorso anno si prodigò con una tenacia formidabile per riuscire a far fuggire dall’Afghanistan le cicliste della nazionale con una parte dei loro familiari: le atlete nel loro paese erano a rischio, in quanto i talebani non ammettono che le donne possano fare sport e chi lo pratica è simbolo di una libertà femminile non tollerabile dal regime fondamentalista che ora governa il paese asiatico. Le atlete dopo molte peripezie sono arrivate in Italia grazie alla tenacia di Alessandra e a un straordinario lavoro collettivo. Ora vivono, insieme con i loro familiari e, in quanto rifugiate protette dall’anonimato, in una località dell’Alto Vicentino che non viene resa nota per proteggere i familiari rimasti in patria.

Le cicliste afghane in un incontro a Schio col sindaco Orsi, e gli assessori Munarini e Marigo

“Quando ho ricevuto la telefonata del presidente della giuria – ha affermato Alessandra Cappellotto – sono rimasta senza parole, letteralmente. Facevo perfino fatica a capire cosa mi stesse dicendo e mi chiedevo, anzi ho chiesto, se la giuria era proprio sicura di volere premiare me, è stata la telefonata più incredibile mai ricevuta in vita mia. Sono onorata, felice e grata”. Nelle precedenti edizioni erano stati premiati il cestista Pietro Aradori (2019), il Pescara Calcio (2020) e l’ex calciatore Claudio Marchisio (2021), in quest’ultimo caso con menzioni alla pallavolista Lara Lugli e allo Zebre Rugby Club.
La premiazione dell’ex campionessa sarcedense si terrà a Verona domenica 12 giugno, nell’ambito della XXXVII Assemblea generale di Amnesty International Italia. Insieme ad Alessandra Cappellotto sarà presente il sindaco di Sarcedo, Luca Cortese.

Le cicliste ruandesi che si allenano in Italia grazie al progetto di Alessandra Cappellotto