Rientrano dalla Romania senza rispettare il protocollo sanitario. Sanzionati e “isolati”

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Un posto di blocco dei carabinieri della compagnia di Valdagno

Marito e moglie vanno a far la spesa in un supermercato di Cornedo Vicentino il giorno dopo essere rientrati da un viaggio nella madrepatria Romania e incappano in un controllo da parte dei carabinieri. Che sequestrano uno stiletto, arma da taglio custodita in un vano dell’abitacolo senza giustificato motivo, e soprattutto si accorgono che la coppia non aveva ottemperato al protocollo sanitario obbligatorio imposto dalle autorità per chi rientra da trasferte all’estero in determinati paesi.

Tra cui anche lo Stato di provenienza dei due, ai quali è stato imposto ora il regime coattivo di isolamento fiduciario. I coniugi non disponevano nè della certificazione di negatività al tampone Covid-19 richiesta dalle misure di prevenzione vigenti, nè della dichiarazione di spostamento da paese straniero. Motivazione per cui saranno sanzionati, oltre alla possibile denuncia per porto abusivo d’arma, visto l’obbligo di legge di presentare un tampone antigenico o molecolare da effettuarsi entro le 48 ore precedenti all’ingresso nei confini nazionali italiani.

L’episodio descritto dai militari della Compagnia di Valdagno risale alla giornata di ieri, nel corso di un servizio di perlustrazione del territorio portato a Cornedo Vicentino dal Nucleo Operativo. Nell’ampio parcheggio del supermercato i carabinieri hanno messo gli occhi su un’autovettura sospetta con a bordo un uomo e una donna rispettivamente di 35 e 46 anni, risultati poi essere marito e moglie originari della Romania ma residenti regolari in Italia a Montecchio Maggiore. In prima istanza è “saltato fuori” il pugnale a lama verticale di 13 centimetri di lunghezza, oltre i limiti di legge. Spesso utilizzato come arnese per scassinare serrature di automobili.

Gli approfondimenti successivi sulla coppia hanno permesso di appurare che P.M. (l’uomo) e B.S. (la donna) erano rientrati il giorno prima dall’estero con le modalità sopra descritte, “infischiandosene” delle norme sanitarie e quindi costituendo un potenziale pericolo per la comunità in ragione dell’emergenza sanitaria in corso. Da qui l’obbligo di rinchiudersi in casa per la “quarantena“, dopo aver informato l’Ulss 8 Berica attraverso il dipartimento di prevenzione e la Procura della Repubblica di Vicenza che valuterà i provvedimenti del caso.